Coronavirus, Nerola è zona rossa

Mar 26, 2020

Dopo fondi il piccolo comune in provincia di Roma diventa la seconda zona off limits del Lazio
di Al. Van.

Nerola è zona rossa. Dopo Fondi anche il piccolo paese in provincia di Roma si è trasformato in Comune off limits. L’ordinanza della regione Lazio si è resa necessaria a seguito della diffusione dei contagi da nuovo coronavirus Covid-19 nella casa di riposo Santissima Maria Immacolata, dove 16 su 40 operatori sanitari e 56 su 63 ospiti sono risultati positivi. Da oggi e fino all’otto aprile nessuno potrà entrare o uscire dal paese, come accaduto il mese scorso a Codogno, Vo’ Euganeo e pochi giorni fa a Fondi.

Aperte soltanto le attività commerciali di generi alimentari, farmacie e parafarmacie, distributori di carburante, servizi di rifornimento di bancomat e postamat, servizi di trasporto connessi alla raccolta e smaltimento dei rifiuti o consegna a domicilio di farmaci.  Soppresse tutte le fermate dei mezzi pubblici di trasporto. Chiusi i parchi pubblici, Gli orti comunali, le aree sportive e i cimiteri. L’ingresso e l’uscita da Nerola è permesso soltanto ai militari, alla protezione civile, alle forze di Polizia dei Vigili del Fuoco, al personale medico e sanitario e ai farmacisti e veterinari.

Intanto nel piccolo paese laziale è arrivato un camper attrezzato e medicalizzato con a medici e infermieri volontari.  Il mezzo – predisposto grazie alla collaborazione tra l’Ordine provinciale di Roma dei medici chirurghi e odontoiatri e Confcooperative Federazione Sanità – avrà il compito di svolgere iniziative di carattere sanitario che saranno necessarie in un’area diventata zona rossa. “L’iniziativa – hanno spiegato Antonio Magi e Pier Luigi Bartoletti, rispettivamente presidente e vicepresidente dell’Omceo Roma- organizzata in urgenza è la risposta rapida a un problema urgente e sarà strutturata anche con il supporto di altri camper medicalizzati, auto mediche e personale volontario, adeguatamente equipaggiato e formato con Dpi. L’Ordine è vicino ai cittadini che soffrono e ai medici che lavorano per garantire l’assistenza sanitaria necessaria sul territorio”.

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