Economia Sociale: in Italia è in crescita

Dic 29, 2022

Sono circa 400mila gli enti e le cooperative nel nostro Paese con 1,6 milione di addetti e cinque di volontari. Ecco il report realizzato dalla Fondazione per la Sussidiarietà in collaborazione con Istat
di Redazione

economia socialeNonostante la crisi, avanza in Italia l’economia sociale (cooperative, mutue, associazioni e fondazioni) con oltre 400mila enti (+7% in 6 anni), quasi 1,6 milioni di addetti e oltre 5 milioni di volontari. E’ quanto emerge dal Rapporto «Sussidiarietà e sviluppo sociale», realizzato dalla Fondazione per la Sussidiarietà, in collaborazione con Istat. Nel Vecchio continente le imprese e organizzazioni dell’economia sociale sono circa 3 milioni. L’economia sociale rappresenta oltre 14 milioni di posti di lavoro in Europa, ovvero circa il 6,4 per cento della popolazione attiva dell’Unione Europea. I volontari sono circa 84 milioni, equivalenti a 5,8 milioni di lavoratori a tempo pieno. I soci di cooperative, mutue ed enti analoghi superano i 235 milioni.

L’Italia si conferma un paese a forte vocazione solidale: è al secondo posto fra i maggiori paesi come quota di addetti nell’economia sociale (8,8%) rispetto al totale degli occupati, dietro alla Francia (9,1%). Seguono Spagna (7,7%), Germania (6,7%) e Gran Bretagna (5,6%). La Penisola svetta anche nella classifica del volontariato che coinvolge il 26% degli adulti. Meglio di noi solo la Germania (34%). Seguono Francia (24%), Gran Bretagna (23%) e Spagna (15%).

Il Rapporto rivela che la sussidiarietà, intesa come partecipazione ad attività collettive, sociali e politiche, contribuisce a migliorare la qualità della vita, facilita la ricerca di un lavoro e riduce il rischio di povertà. Lo studio mostra una forte correlazione positiva fra impegno sussidiario e l’occupazione. In particolare, la partecipazione a programmi di formazione continua favorisce l’inserimento nel mondo del lavoro, a tutte le età (0,7) su una scala da 0 a 1). Un impatto positivo nella capacità di trovare lavoro deriva dalla partecipazione ad attività culturali fuori casa (0,89), dalla partecipazione sociale (0,88) e ad organizzazioni non profit (0,7). Gli stessi fattori contribuiscono a ridurre il rischio di povertà e allontana il pericolo di non arrivare a fine mese con i propri redditi. «Questa ricerca, la prima del genere in Italia, dimostra che la presenza di un privato sociale attivo e dinamico contribuisce ad attenuare le condizioni di disagio e favorisce l’occupazione –  afferma Giorgio Vittadini, presidente della Fondazione per la Sussidiarietà – L’economia sociale gioca un ruolo chiave per lo sviluppo e va perciò valorizzata e sostenuta. Lo studio mostra che la sussidiarietà è il carburante che fa andare il motore di un sistema socio-economico».

L’economia sociale secondo il Social Economy Europe, si basa sui seguenti principi: prevalenza dell’individuo e dell’obiettivo sociale sul capitale; adesione volontaria e aperta; controllo democratico da parte dei soci; combinazione degli interessi dei soci/utenti e/o dell’interesse generale; solidarietà e responsabilità; autonomia di gestione e indipendenza dalle autorità pubbliche; destinazione della maggior parte dell’avanzo di gestione a obiettivi di sviluppo sostenibile, a servizi per i soci o di interesse generale.

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