L’economia circolare piace e convince sempre più cittadini, informati, attenti al tema e consapevoli dei benefici ad essa connessi a partire dall’occupazione. Secondo i dati del nuovo sondaggio Ipsos dal titolo «L’Italia e l’economia circolare» a cura di Conou, Legambiente, Editoriale Nuova Ecologia, quasi il 70 per cento dei cittadini intervistati ritiene che lo sviluppo dell’economia circolare e l’energia da fonti rinnovabili possono contrastare l’aumento delle bollette. Positivo anche il giudizio sui green jobs, i lavori collegati alla sostenibilità, per il 48 per cento degli intervistati aumenteranno in futuro. I cittadini hanno poi le idee chiare anche su dove dovrebbero concentrarsi gli investimenti per aumentare la circolarità: i conoscitori (il 41%) mettono nelle prime cinque posizioni alcune azioni particolarmente drastiche come la chiusura di impianti a rischio e delle aziende inquinanti.
E sulla pandemia, il 71 per cento delle persone concorda sul fatto che la ripresa post pandemia è un momento unico per costruire società più resistenti agli shock futuri. In sintesi, la crisi pandemica ha insegnato che cambiare si può, specie se la società civile diventa più attenta, se la burocrazia aiuta e se ci sono risorse adeguate. «L’economia circolare – dice Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente – è un settore cruciale per il Paese, in grado di creare investimenti, occupazione, economia sul territorio e generare notevoli benefici all’ambiente. Per questo è fondamentale che l’Italia acceleri il passo in questa direzione iniziando da quelle opere che servono per farla decollare. Il primo cantiere da avviare riguarda quello della rete impiantistica su cui oggi si registra una forte disparità tra il nord, dove è concentrata la maggioranza degli impianti, e il centro sud dove sono carenti. Per avvicinarsi all’obiettivo rifiuti zero a smaltimento servono mille nuove impianti di riciclo per rendere autosufficiente ogni provincia italiana, coinvolgendo nella fase autorizzativa i cittadini, le attività produttive e le istituzioni locali attraverso una fase di dibattito pubblico».
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