Scoperta una nuova specie di farfalla notturna

Mag 10, 2022

Si tratta di una falena, cioè un lepidottero dall'attività notturna. E' stata rinvenuta in Calabria e in Basilicata. Ecco la scoperta del Crea
di Redazione
farfalla notturna

Foto tratta da https://www.crea.gov.it/

Pur rappresentando solo lo 0.2 per cento della superficie delle terre emerse, l’Italia è uno dei paesi al mondo più ricchi di biodiversità, sia vegetale che animale, un patrimonio fortemente diversificato per l’eterogeneità del territorio e che continua ad arricchirsi nel tempo, come testimonia la scoperta appena effettuata dal Crea, con il suo Centro di ricerca foreste e legno, che ha rinvenuto in Calabria e Basilicata una nuova specie di lepidottero, appartenente alla famiglia Noctuidae, insomma una sorta di farfalla notturna. Phragmatiphila parenzani – questo il nome attribuito alla nuova specie – dedicata al professor Paolo Parenzan, fra i massimi esperti italiani – si distingue dalla analoga Phragmatiphila nexa presente a nord del Po per il disegno sulle ali, la morfologia degli apparati genitali e per la sequenza del Dna mitocondriale utilizzata in tassonomia (DNA barcoding).

Diversamente dall’altra farfalla notturna – legata principalmente agli ambienti aperti – la nuova specie frequenta esclusivamente foreste umide di diversa tipologia e a diversa quota come castagneti, abetine, ontanete, alimentandosi di graminacee tipiche di ambienti umidi. «Si tratta di una falena, cioè un lepidottero dall’attività notturna. Questa specie è stata appena scoperta, ma le sue popolazioni potrebbero essere già minacciate. Gli scenari climatici disponibili, infatti, prevedono un’accentuata riduzione delle precipitazioni in ambiente mediterraneo, che può incidere negativamente sulle foreste umide, il suo habitat – ha spiegato Stefano Scalercio, ricercatore del Crea, autore della scoperta insieme con Axel Hausmann dello Zoologische Staatssamlung di Monaco di Baviera – La specie sorella, presente nel resto d’Europa, è protetta in alcuni paesi dalla legislazione nazionale e non possiamo escludere che possa essere meritevole di protezione anche la nostra specie. Questo però potremo dirlo solo a valle di ricerche mirate alla quantificazione delle sue popolazioni e alla loro variazione negli anni».

Il Crea, Foreste e Legno – sede di Rende (Cosenza) – da oltre un decennio è impegnato nell’indagine della biodiversità presente nelle foreste dell’Italia meridionale, sottolineandone la grande diversità biologica. «Aumentare la conoscenza sulla biodiversità ospitata dagli ecosistemi forestali del meridione d’Italia ci permetterà di ottimizzarne la gestione, contemperando le esigenze delle aziende boschive con quelle di conservazione, anche nella prospettiva di mitigare gli effetti del cambiamento climatico, ha commentato Piermaria Corona, direttore del Crea Foreste e Legno».

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