Mercato auto. Un 2021 nero per l’Europa

Gen 19, 2022

Il vecchio continente chiude in rosso: vendite al -1,5 per cento. Rispetto al 2019 la flessione è stata del 25,5 per cento
di M. d. F.

mercato autoIl 2021 è stato l’anno nero del mercato dell’auto in Europa. I dati dell’Acea (associazione dei costruttori europei) dicono che – nell’area dei Paesi Ue, Efta e Regno Unito – sono state immatricolate 11.774.885 auto, l’1,5 per cento in meno del 2020, quando erano state 11.958.116. Il calo è ancora più evidente confrontando il 2021 al 2019. In questo caso le vendite sono state il 25 per cento in meno. L’impatto del covid sul mercato dell’auto dell’Europa occidentale è stato devastate – e dopo il crollo del 2020 in cui la pandemia aveva prodotto lockdown duri – nel 2021 non vi è stato nessun recupero, anzi, le immatricolazioni hanno fatto registrare un nuovo calo sul 2020. Il mancato recupero del 2021 è dovuto in parte anche alle difficoltà di reperimento di componenti essenziali per la fabbricazione di autoveicoli, come i microchip.

La crisi ha colpito tutti i mercati nazionali dell’area che nel 2021, rispetto al 2019, sono tutti in calo con la sola eccezione di quelli, molto piccoli, di Islanda e Norvegia. Non si sono certo salvati i cinque maggiori mercati, cioè quelli di Germania, Regno Unito, Francia, Italia e Spagna che assorbono il 70 per cento delle immatricolazioni dell’area. Il risultato peggiore lo ha fatto registrare la Spagna che nel 2021 rispetto al 2019 accusa un calo del 31,7 per cento, seguita a ruota dal Regno Unito (-28,7%), dalla Germania (-27,3%), dalla Francia (-25,1%) e dall’Italia (-23,9%). Il risultato lievemente meno negativo del nostro paese è dovuto al fatto che – sia pure con molti limiti – abbiamo varato un sistema di incentivi che alla prova dei fatti si è rivelato più efficace dei sostegni adottati negli altri paesi. Va anche segnalato che nella maggior parte dei mercati dell’Europa Occidentale vi è una sensibile crescita della quota delle auto elettriche. Ovunque si segnala però l’assoluta necessità di interventi pubblici per sviluppare le infrastrutture di ricarica, la cui carenza è attualmente la principale remora all’affermarsi della mobilità elettrica. Per quanto riguarda le prospettive? , presidente del Centro Studi Promotor, ha dichiarato che «Per il 2022 – afferma Gian Primo Quagliano,  presidente del Centro Studi Promotor – rimarranno decisamente sfavorevoli perché la pandemia morde più di quello che si pensasse e perché la crisi dei microchip sembra destinata a non trovare soluzioni in tempi brevi».

 

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