Al Mann di Napoli la mostra sul sisma dell’Iripinia

Nov 23, 2021

Si chiama «Fotografie di Antonietta De Lillo. La storia in presa diretta» il percorso fotografico inaugurato ieri e visitabile fino al prossimo due maggio
di Redazione

mannIl Mann e la memoria: la mostra 19:34. «Fotografie di Antonietta De Lillo. La storia in presa diretta», in programma al Museo Archeologico Nazionale di Napoli dal 22 novembre 2021 al 2 maggio 2022, è un percorso di ricerca attraverso testimonianze, ricordi, emozioni che, quarantuno anni fa, cambiarono la storia del territorio campano. «Trasmettere la memoria di ciò che è accaduto 41 anni fa – dice Paolo Giulierini, direttore del Museo archeologico nazionale di Napoli – oggi,  appena usciti dall’emergenza Covid19,  è ancora più significativo. Insieme al ricordo della tragedia vogliamo indicare alle giovani generazioni i sentimenti di solidarietà e la voglia di rinascita che trasmettono le immagini di questa emozionante mostra. Gli inediti scatti di Antonietta De Lillo ci fanno infatti riflettere su una umanità sicuramente non differente da quella che soffrì per simili eventi nell’antichità. Ed anche nel dolore provocato dal terremoto e nella strenua opposizione alla natura matrigna si può riconoscere una delle tante identità delle genti del Mediterraneo. Una terra abituata a tremare quella del Sud Italia. Basti pensare al terribile terremoto del 62 d.C. che colpì proprio Ercolano e Pompei e ai lavori di ristrutturazione degli edifici, mai ultimati, le cui testimonianze sono state suggellate dall’eruzione del 79 d.C.»

Inaugurata ieri, alla vigilia del 41mo anniversario del terremoto, la mostra è un percorso di ricerca attraverso testimonianze, emozioni e ricordi. Realizzata nell’ambito del Piano Operativo Complementare-POC 2014-2020 della Regione Campania, la mostra raccoglie oltre cento fotografie, concesse dall’archivio di marechiarofilm e scattate da Antonietta De Lillo all’indomani della scossa del 23 novembre 1980: un reportage sensibile di una ferita ancora aperta. «Senza mai perdere la giusta distanza dalla realtà che osserva – si legge  nella nota stampa – l’occhio dell’autrice riesce a restituire all’osservatore l’umanità che si cela dietro la cronaca». La mostra è un percorso attraverso il materiale inedito di una giovane fotogiornalista che dimostrerà la sua capacità narrativa nella trentennale carriera di autrice cinematografica, sempre in bilico tra la presa diretta della realtà e la ricerca dell’invisibile.

Partita verso i comuni dell’entroterra colpiti dal sisma, con la sua Renault 4 e le macchine fotografiche, Antonietta De Lillo, allora ventenne, racconta i paesi ridotti in macerie, i primi soccorsi, i gruppi di ricerca, il dramma dei ritrovamenti. Il reportage accompagna lo spettatore nelle settimane successive: gli accampamenti, le roulotte e i prefabbricati, i volontari che giungono da tutta Italia, l’arrivo della neve fino al disgelo, alle soglie di una fragile, ma coraggiosa ripresa. Napoli è la tappa iniziale da cui si protrae il viaggio della fotoreporter: Piazza del Plebiscito, affollata da cittadini e automobili, all’indomani del sisma, riporta il visitatore nel cuore di una città vittima di sconforto e paura. Le immagini di via Stadera, dove avvenne il crollo più grave nell’area metropolitana, sono la premessa del percorso di indagine che condurrà l’autrice nei borghi dell’Irpinia distrutti. A fare da cornice al fotoracconto le voci dei telegiornali e radiogiornali dell’epoca tratti dall’archivio di Rai Teche.

«Un altro aspetto fondamentale, nel solco della nostra ricerca su Il Mann e la memoria dedicata alla città è l’apporto che diedero proprio i giovani, i ragazzi del 1980, alla rinascita del museo post terremoto. Dalla crescita del nostro laboratorio di restauro, alla definizione di una vera e propria coscienza archeologica della città, questi aspetti sono ricordati nel contributo video del professor Antonio De Simone che di quei giorni fu protagonista – dice Paolo Giulierini – Ed è da questa storia che nasce il nostro forte impegno in tema di sicurezza e beni culturali. Perché le grandi crisi, ieri come oggi, devono indicarci la strada per un futuro migliore».  Il percorso espositivo si chiude con l’illustrazione dei recenti studi sull’antisismica condotti con l’Università degli studi Federico II Dipartimento di Strutture per l’Ingegneria e l’Architettura (DiSt) diretto da prof. Andrea Prota. La mostra, inizialmente programmata per il quarantennale del terremoto e rimandata per il lockdown che nel novembre 2020 costrinse i musei alla chiusura, è indirizzata in particolare ai giovani e alle scuole. L’esposizione, visitabile fino al 2 maggio 2022, è accompagnata da un catalogo edito dal Mann.

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