I finanzieri del servizio centrale investigazione sulla criminalità organizzata e del Gico nucleo di polizia economico e finanziaria di Bari, hanno eseguito un provvedimento di confisca definitiva – emesso dalla prima sezione penale della Corte d’Appello di Bari – di beni immobili del valore complessivo di oltre 4 milioni di euro, tra i quali fabbricati e terreni agricoli che si trovano nelle province di Ravenna e Forlì. Il provvedimento è una tranche dell’inchiesta denominata «Operazione Baccus» che era riuscita a scoprire le attività di una associazione criminale con base operativa a Foggia, dedita a estorsioni e usura aggravate dal metodo e dalla finalità mafiose e di frodi fiscali ai danni delle casse dell’Erario e dell’Unione europea attraverso l’emissione e l’utilizzo di fatture per operazioni inesistenti da parte di numerosi soggetti economici controllati dal sodalizio anche con prestanome.
Dagli accertamenti di «Operazione Baccus» è emerso che le imprese cartiere foggiane emettevano fatture per operazioni inesistenti – in relazione a fittizie forniture di mosto – in favore di una società vitivinicola di Ravenna collegata all’organizzazione criminale che così acquisiva ingenti crediti fiscali nonché il diritto ad accedere agli aiuti comunitari erogati dall’Agea. In pratica la società ravennate pagava forniture fittizie alle imprese cartiere foggiane – con bonifico e maggiorazione dell’Iva – impiegando disponibilità finanziarie provento delle attività illecite commesse dall’organizzazione criminale e conseguiva così indebiti rimborsi fiscali per oltre 11 milioni di euro e illeciti contributi comunitari per oltre 18 milioni di euro.
Le persone arrestate nel giugno 2012 furono 24 di cui 17 in carcere e 7 agli arresti domiciliari, tutte indagate a vario titolo per associazione per delinquere finalizzata all’usura e all’estorsione, aggravate dal metodo mafioso, truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche e frode fiscale. Il valore dei beni sequestrati aveva un valore complessivo di circa 15 milioni di euro. Il primo febbraio 2019 la Corte di Appello di Bari aveva condannato sei imputati per associazione per delinquere finalizzata alla truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche e alla frode fiscale, disponendo la confisca di fabbricati e fondi agricoli, ubicati nelle province di Forlì e Ravenna, per un valore di oltre 4 milioni di euro. La sentenza è divenuta oggi irrevocabile comportando la confisca definitiva dei beni.
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