
Quel giorno di giugno il gruppo di persone entrò – senza indossare la mascherina – in un negozio di elettronica. Il titolare, in quel momento in compagnia di moglie e figli, invitò i clienti a indossare le mascherine, istanza sin da subito rigettata dal gruppo, e ne nacque una veemente discussione, condita da insulti e minacce ai danni del titolare dell’esercizio commerciale. Dopo pochi minuti, la comitiva si allontanò dal negozio senza creare ulteriori problemi, ma alla chiusura dell’esercizio, quando il negoziante con la famiglia andò a recuperare la sua auto, fu nuovamente affrontato, prima da una donna, spalleggiata dagli altri membri del gruppo, intenzionata a vendicarsi del presunto torto subìto in precedenza nel negozio. La moglie del cittadino cinese fece salire in auto i figli per risparmiarli dalla furia dei loro aggressori che, nonostante la loro presenza, iniziarono comunque a colpire la carrozzeria. Il marito è stato minacciato con un taglierino ed è stato costretto dal branco a consegnare uno smartwatch e gli auricolari del telefono dopo essere stato picchiato, riportando la frattura delle ossa nasali con una prognosi di 30 giorni.
La vicenda è stata subito denunciata ai Carabinieri della Stazione Roma Porta Portese che – grazie a una certosina attività di indagine, corroborata dall’escussione di testimoni e dall’acquisizione delle immagini delle telecamere di videosorveglianza presenti in zona – sono riusciti a ricostruire tutte le fasi dell’aggressione e a dare nome e volto ai presunti colpevoli.
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