Le conseguenze del Covid: astenia e diarrea

Set 8, 2021

Lo studio pubblicato - sulla prestigiosa rivista scientifica Neurogastroenterology and Motility - porta la firma dei professori Maurizio Vecchi e Guido Basilisco
di Redazione

covid e bambiniSuperata la fase più acuta dell’emergenza sanitaria, torna alta l’attenzione sugli effetti del Sars-CoV-2 anche a lungo termine. Numerosi sono infatti i casi di long covid, con soggetti che continuano a presentare diversi sintomi una volta terminata l’infezione e risoltasi la fase acuta. Già dopo la prima ondata era stata appurata la natura multisistemica del Covid-19, che non attacca solo i polmoni, bensì diversi organi, tra cui il sistema nervoso, il fegato, il cuore, il pancreas, le articolazioni e la pelle. A questo filone di studi ha contribuito il Policlinico di Milano, che ha rilevato le conseguenze del Covid-19 a livello intestinale e extraintestinale nel lungo periodo.

Autori dello studio, pubblicato sulla prestigiosa rivista Neurogastroenterology and Motility e tra i pochi studi italiani selezionati come comunicazione orale al più grande congresso gastroenterologico statunitense, la Digestive Disease Week, sono Maurizio Vecchi, professore ordinario e direttore della Scuola di specializzazione in Malattie dell’Apparato Digerente – Università
degli Studi di Milano, e Guido Basilisco dell’Unità Operativa di Gastroenterologia ed Endoscopia, Fondazione Irccs Ca’ Granda Ospedale Maggiore Policlinico di Milano. La ricerca – da un lato – tranquillizza i pazienti affetti da Covid nel senso che gli effetti gastrointestinali a lungo termine sono di lieve severità; dall’altro, sottolinea la possibilità che manifestazioni sia intestinali che extraintestinali possano persistere anche a mesi di distanza. Già alcuni riscontri in letteratura avevano rilevavano sin dal 2020 come il Sars-CoV-2 potesse colpire anche l’apparato gastroenterico, con almeno il 30 per cento dei pazienti con diarrea o sintomi gastroenterologici nella fase acuta della malattia. Meno noto era quale fosse l’andamento nel tempo di questi sintomi, aspetto rilevante visto che spesso, dopo infezioni batteriche o virali, alcuni di questi disturbi tendono a cronicizzare, anche per anni, talvolta affiancati da sintomi extraintestinali (mal di schiena, mal di testa, debolezza) non spiegati da una specifica alterazione organica, questi ultimi definiti come somatoformi. Questo andamento caratterizza alcune sindromi funzionali come il colon irritabile o la dispepsia cosidette post infettive. «Abbiamo quindi analizzato – spiega Basilisco – dopo un intervallo di tempo di cinque mesi, i pazienti ricoverati presso il nostro Ospedale per infezione acuta da Covid per capire se i sintomi gastroenterici che caratterizzano le malattie funzionali gastrointestinali, come l’intestino irritabile, e i sintomi somatoformi, come la spossatezza, possano essere presenti a mesi dall’infezione.  Abbiamo studiato 164 pazienti dopo 5 mesi dall’infezione acuta. I risultati sono stati confrontati con quelli di soggetti sani e negativi al Covid».

I dati dimostrano che sintomi gastroenterologici sono presenti a distanza dall’infezione, sebbene in forma assai lieve; il sintomo più frequente è la diarrea. Tra quelli extraintestinali molto più frequente è invece l’astenia, che raggiunge valori del 40 per cento tra i soggetti colpiti dal Covid. Questi risultati suggeriscono, in linea con la letteratura più recente, che sia i sintomi che caratterizzano le malattie funzionali gastrointestinali che i sintomi somatoformi possano avere un’origine biologica comune. «La nostra ricerca – aggiunge Vecchi – ha studiato un argomento di notevole interesse, ossia il follow up a lungo termine di pazienti con un’infezione acuta che nel 30-40% dei casi presentava problemi gastrointestinali, soprattutto diarrea. Altri studi avevano dimostrato casi di pancreatite, clinicamente non sempre evidente, ma riscontrabile dall’alterazione degli enzimi caratteristici del pancreas. Infine, un’altra forte evidenza della relazione tra virus e apparato digerente è il fatto che nell’infezione acuta si verifichi una significativa eliminazione fecale del Sars-CoV-2, probabilmente successiva alla fase iniziale, durante la quale il virus è localizzato nelle vie aeree superiori, prima che giunga negli altri organi e nei tessuti gastrointestinali».

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