La sindrome post vacanza. Come combatterla

Ago 31, 2021

Ecco i consigli di Guida Psicologi per riconoscerla e gestirla al meglio
di Fra. Li.

La sindrome post vacanzeeDisturbi del sonno, noia, difficoltà di concentrazione, irritabilità, stanchezza, mal di stomaco, tristezza, stress fino a manifestazioni estreme come crisi di ansia e attacchi di panico. È la sindrome post vacanza che può manifestarsi sul piano cognitivo comportamentale, emotivo e fisico e colpisce sia gli adulti che i bambini. A tracciare l’identikit di questo disturbo che affligge molte persone al rientro dalle ferie sono gli esperti di Guida Psicologi che spiegano come riconoscerla e gestirla. «In prima istanza – spiegano – può essere difficile identificare la sindrome post vacanza, poiché i sintomi presentati sopra possono riferirsi a diversi disturbi: il punto chiave per rilevare questa sindrome è che i sintomi compaiono dopo il periodo di vacanza e in previsione di riprendere la routine. La durata dipenderà da ogni caso particolare, ma può variare da due o tre giorni nei casi più lievi, fino a settimane o addirittura mesi nei casi più gravi». Chi sono i soggetti maggiormente vulnerabili? «Lavoratori con una bassa tolleranza alla frustrazione e una scarsa capacità di adattamento ai cambiamenti, che godono di periodi di vacanza più lunghi e trovano sgradevole il loro ambiente di lavoro. Si tratta di un disagio diffuso nelle società in cui l’attività lavorativa è percepita in modo negativo, imposto e sacrificato. La sindrome post vacanza, quindi, può essere intesa come la difficoltà nell’eseguire il necessario processo di adattamento del periodo di ferie alla routine lavorativa. Per alcune persone l’impatto della ripresa degli impegni e delle responsabilità che il lavoro implica dopo un periodo di disconnessione, può essere molto forte».

E se colpisce i bambini, come riconoscere la sindrome post vacanza? Tra i sintomi si possono notare mal di stomaco, vomito o diarrea, disturbi del sonno, mancanza di appetito e di motivazione, pianto (soprattutto quando si va a scuola), irritabilità o aggressività. Come nel caso degli adulti, se i sintomi persistono per più di due settimane è necessario rivolgersi a un professionista per capire se c’è un altro problema di fondo. Come aiutare i nostri figli in questo processo di adattamento? «Riprendere un po’ prima dell’inizio della scuola una routine quotidiana simile a quella che avranno quando siederanno tra i banchi – suggeriscono gli esperti – incoraggiare la comunicazione e l’espressione delle emozioni, ascoltarli con attenzione, e soprattutto non sottovalutare i loro stati di animo, cercando di capire perché si sentono così. Bisogna poi puntare sugli aspetti positivi psicologi. Parlare di quanto sarà bello ritrovarsi con gli amici e raccontarsi le vacanze, imparare cose nuove, iniziare la sua attività sportiva preferita, oppure immaginare le escursioni che si faranno quest’anno».

Per gli adulti invece è fondamentale ripartire le ferie in momenti diversi, programmare in anticipo il rientro a casa dalle vacanze, in modo graduale, con il minor stress possibile. «Questo significa – dicono gli esperti- non tornare a casa il giorno prima di ricominciare a lavorare. E’ necessario impiegare almeno un paio di giorni per riorganizzare la nostra routine, e prendere coscienza del ritorno alla quotidianità». Gli esperti di Guida Psicologi sottolineano anche l’importanza della routine del sonno: «Dovremmo dormire tra le sette e le otto ore e mantenere orari regolari rispetto a quando andiamo a letto e ci alziamo». Bisogna infine praticare e coltivare ogni giorno «le emozioni positive e imparare a gestire quelle negative, mantenendo un dialogo interno positivo premiandosi per ogni piccolo sforzo, soprattutto nei primi giorni. D’altra parte – constatano in conclusione gli esperti- è normale che appaiano emozioni negative e dobbiamo lasciare anche a loro il proprio spazio. Perché è essenziale permettersi di viverle, dando loro un significato«.

 

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