Più ansia e depressione durante il lockdown

Giu 25, 2021

Oltre il 40 per cento degli Italiani ha riportato un peggioramento di questi sintomi ansiosi e depressivi. Pubblicati, da un consorzio di ricercatori di Istituto superiore di sanità, Università di Genova e Pavia e Istituto Mario Negri, i risultati del primo studio rappresentativo della popolazione italiana adulta
di Giancarlo Narosi
ansia e depressionePiù ansia e depressione durante il lockdown. Nei mesi del confinamento sociale della primavera del 2020 oltre il 40 per cento degli italiani ha riportato un peggioramento dei sintomi ansiosi e depressivi, con una riduzione della qualità di vita in più del 60 per cento dei soggetti e ripercussioni sul ritmo sonno veglia in più del 30 per cento. E’ quanto emerge dal primo studio condotto in Italia su un campione rappresentativo della popolazione adulta e pubblicato in questi giorni sulla rivista Journal of affective disorders. «I dati in nostro possesso sono molto solidi e parlano chiaro – commenta Andrea Amerio, ricercatore psichiatra dell’Università di Genova e primo autore dello studio – l’utilizzo di psicofarmaci, prevalentemente ansiolitici, è aumentato del 20 per cento rispetto al periodo pre lockdown e tutti gli indicatori di salute mentale sono peggiorati. Questo è un trend che riscontriamo anche nella pratica clinica quotidiana, dove i nostri reparti si stanno facendo carico già da molti mesi di un aumentato bisogno di assistenza».
Ansia e depressione. Più vulnerabili le donne: circa la metà ha riportato un peggioramento del benessere psichico con un rischio di peggioramento dei sintomi depressivi e di alterazione della qualità del sonno, rispettivamente del 32% e 63% maggiore rispetto agli uomini. Lo studio è frutto del lavoro di un consorzio multidisciplinare che coinvolge psichiatri, esperti di sanità pubblica e biostatistici dell’Istituto Superiore di Sanità, delle Università di Genova e di Pavia, dell’Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri Irccs. «Le nostre analisi si basano su un campione rappresentativo di oltre 6000 soggetti che stiamo seguendo nel tempo – specifica Silvano Gallus, ricercatore del Mario Negri e coordinatore del consorzio – che ci permetteranno di analizzare come gli stili di vita e la salute mentale degli italiani si siano modificate e si stiano modificando nel tempo, a seguito delle restrizioni imposte per il controllo della pandemia da Covid».

«Siamo molto soddisfatti di partecipare a questo progetto – commenta Roberta Pacifici direttore del Centro Nazionale Dipendenze e Doping dell’Istituto Superiore di Sanità – le analisi già condotte hanno misurato come la distribuzione di alcuni fattori di rischio comportamentali quali fumo, gioco d’azzardo e altre dipendenze sia stata influenzata dal contesto emergenziale che abbiamo vissuto e di come sia fondamentale intervenire con azioni mirate di prevenzione primaria».

 

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