Lavoro minorile. Aumentano i bambini sfruttati nel mondo

Giu 11, 2021

Sono 160milioni i piccoli che sono costretti a lavorare nel mondo. 8,4 milioni in più negli ultimi quattro anni. Il rapporto «Child Labour: Global estimates 2020, trends and the road forward» di Ilo e Unicef dice che c'è ancora molto da fare per sradicare la piaga del lavoro minorile
di Francesca Lici

lavoro minorileLavoro minorile, una ferita che sanguina. Secondo il nuovo rapporto congiunto dell’Organizzazione internazionale del lavoro (Ilo) e del Fondo delle Nazioni Unite per l’Infanzia (Unicef), il numero di bambini costretti a lavorare nel mondo è salito a 160 milioni – un incremento di 8,4 milioni di vite innocenti negli ultimi 4 anni – con altri milioni a rischio a causa degli impatti della pandemia. Il rapporto «Child Labour: Global estimates 2020, trends and the road forward» – pubblicato in occasione della Giornata mondiale contro il lavoro minorile che si celebra il 12 giugno – evidenzia che i progressi per porre fine a questa piaga si sono arrestati per la prima volta in 20 anni, invertendo il precedente trend che lo aveva visto diminuire di 94 milioni tra il 2000 e il 2016.

Il dossier sottolinea una significativa crescita del numero di piccoli tra i 5 e gli 11 anni coinvolti nel lavoro minorile, che rappresentano poco più della metà del numero globale totale. Il numero di bambini tra i 5 e i 17 anni coinvolti in lavori pericolosi –  che potrebbero minacciare la loro salute, sicurezza o integrità – è di 79 milioni, con un aumento di 6,5 milioni dal 2016.  Nel settore agricolo è impiegato circa il 70 per cento dei bambini (112 milioni) seguito dal 20 per cento in servizi (31,4 milioni) e 10 per cento nelle fabbriche (16,5 milioni). Il 28% circa dei bambini tra i 5 e gli 11 anni e il 35% dei bambini tra i 12 e i 14 anni non vanno a scuola. Il lavoro minorile è maggiormente diffuso tra i ragazzi rispetto alle ragazze in ogni età. Quando si prendono in considerazione i lavori domestici svolti per almeno 21 ore alla settimana, il divario di genere nel lavoro minorile si riduce. E La sua diffusione nelle aree rurali (14%) è circa di 3 volte più alta rispetto alle aree urbane (5%). «Le nuove stime sono un campanello d’allarme – dice il direttore generale dell’Ilo, Guy Ryder – Non possiamo restare a guardare mentre una nuova generazione di bambini è a rischio. Un sistema di protezione sociale inclusivo permette alle famiglie di poter mandare i propri figli a scuola anche in un contesto di vulnerabilità e difficoltà economica. E’ essenziale quindi aumentare gli investimenti nello sviluppo rurale e nel lavoro dignitoso in agricoltura. Ci troviamo in un momento cruciale e molto dipende dalla qualità della nostra risposta. E’ il momento di rinnovare con forza il nostro impegno per invertire la rotta e spezzare il ciclo della povertà e del lavoro minorile».

In Africa Subsahariana crescita della popolazione, crisi ricorrenti, povertà estrema e misure di protezione sociale inadeguate hanno portato a ulteriori 16,6 milioni di minori coinvolti nel lavoro negli ultimi 4 anni. Anche in regioni in cui era stato fatto qualche passo in avanti dal 2016, come in Asia e nel Pacifico e in America Latina e nei Caraibi, il Covid sta mettendo a rischio questi progressi. Il rapporto avverte che – in tutto il mondo – altre nove milioni di giovani e innocenti vite rischiano di incorrere nel lavoro minorile entro la fine del 2022. Un modello di simulazione mostra che questo dato potrebbe raggiungere i 46 milioni se non sarà garantito accesso a una copertura di protezione sociale di base. «Stiamo perdendo terreno nella lotta contro il lavoro minorile, e lo scorso anno non ha reso questa lotta più semplice – aggiunge Henrietta Fore, Direttore generale Unicef – Nel secondo anno di chiusura delle scuole, interruzioni economiche e bilanci nazionali in contrazione, le famiglie sono costrette a fare scelte molto difficili. Chiediamo ai governi e alle banche di sviluppo internazionali di dare priorità agli investimenti nei programmi che possano allontanare i bambini dal lavoro, per ritornare a scuola, e in programmi di protezione sociale che possano aiutare le famiglie a evitare innanzitutto di fare queste scelte».

I bambini e adolescenti costretti nel lavoro minorile rischiano di subire danni fisici e mentali. Il lavoro minorile compromette l’istruzione dei bambini, restringendo i loro diritti e limitando le loro opportunità future, e porta a un ciclo vizioso di povertà che ha ipatta su diverse generazioni.

 

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