Clean up the Med. Puliamo il mare dalla plastica

Giu 7, 2021

Legambiente lancia l'allarme: se gli attuali trend di inquinamento non verranno modificati, nel 2050 il peso della plastica presente nelle nostre acque supererà quello dei pesci
di Redazione

clean up the medRicoprono i due terzi del Pianeta, producono più della metà dell’ossigeno che respiriamo e dal loro stato di salute dipende la nostra sopravvivenza. Eppure, gli oceani e il preziosissimo ecosistema che custodiscono sono in pericolo: se gli attuali trend di inquinamento non verranno modificati, nel 2050 il peso della plastica presente nelle nostre acque supererà quello dei pesci. Un’emergenza che tocca profondamente anche il nostro mare, il Mediterraneo, che raccoglie grandi quantitativi di plastica e li restituisce in parte su coste e spiagge.

In occasione della giornata mondiale degli Oceani 2021, istituita dall’Onu – celebrata l’8 giugno – quest’anno dedicata al tema «Vita e Sopravvivenza», Legambiente fornisce i dati rilevati durante la 28esima edizione di Clean Up The Med, campagna per la riduzione dei rifiuti marini che si è svolta nei weekend del 14 e del 28 maggio. All’iniziativa hnno aderito più di 80 organizzazioni, provenienti da Italia, Francia, Spagna, Algeria, Libano, Tunisia, Egitto, Palestina, Croazia, Cipro, Marocco, Malta, Turchia, Libia, Grecia e Monaco. Clean up the Med è stata una iniziativa di volontariato, promossa da Common (Coastal Management and Monitoring Network for tackling marine litter in Mediterranean sea), progetto europeo finanziato da Eni CBC Med e coordinato da Legambiente che coinvolge Italia, Libano e Tunisia con l’obiettivo di tutelare le coste del Mediterraneo dal marine litter attraverso una gestione sostenibile. I chilometri di spiaggia ripulita dai rifiuti mostrano come il problema dell’incuria e del cattivo smaltimento accomuni tutta l’area mediterranea: alle plastiche monouso, si aggiungono reti da pesca, cicche di sigaretta, legno e vetro. Non mancano guanti, mascherine e dispositivi sanitari legati all’emergenza sanitaria. Complessivamente, oltre 1500 volontari, dagli 8 ai 70 anni hanno partecipato alle attività di pulizia svolte principalmente in 34 spiagge situate in prossimità dei centri urbani e hanno portato alla raccolta di 630 sacchi di rifiuti, circa 10 tonnellate in totale.  Oltre il 90 per cento dei rifiuti rinvenuti è costituito da plastica: primi fra tutti, bottiglie e bottigliette, seguite da tappi, bicchieri e frammenti eterogenei. Ai monitoraggi della campagna Clean up the Med si aggiungono quello di beach litter effettuati su sette spiagge mediterranee come ad esempio le Baleari, Creta, quelle del Salento, luoghi ambiti dai turisti che però nascondono un consistente quantitativo di rifiuti, ben 335 ogni 100 metri, dei quali l’87 per cento costituito da plastica. Nella top five dei rifiuti più trovati cotton fioc, tappi, reti da pesca, bottiglie di plastica e mozziconi di sigaretta.

«I dati rilevati nell’ultima edizione di Clean up The Med ci raccontano ancora una volta di un ecosistema in sofferenza e soffocato dalla plastica, dall’Italia all’Algeria, dalla Spagna alla Palestina – dice Giorgio Zampetti, direttore di Legambiente –  C’è l’urgenza assoluta di adottare politiche comuni per sil Mediterraneo nella gestione dei rifiuti, sia nella loro produzione che nel loro smaltimento». Tutti possiamo contribuire a ridurre l’uso di plastica usa e getta. «Con le campagne promosse dal progetto Common – conclude Zampetti – stiamo rafforzando azioni di sensibilizzazione locali di valore, mirate a informare cittadini e a migliorare il nostro rapporto con l’ecosistema marino».

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