Sono 4600 gli incidenti stradali causati dall’abuso di droga o alcol, nell’ultimo periodo, con 1331 feriti e 26 vittime della strada. Un dato che risulta essere in crescita, secondo le rilevazioni delle Forze dell’Ordine. La lotta per prevenire gli incidenti stradali e soprattutto le vittime che ne possono derivare passa dunque anche per il contrasto all’uso delle sostanze stupefacenti, che in Italia muovono un mercato stimato di circa 16 miliardi di euro, pari ad un punto di Pil. Giuseppa Cassaniti, Presidente dell’Associazione italiana familiari delle vittime della strada Onlus (Aifvs), fornisce una precisa sintesi della situazione in Italia da quando esiste il reato di omicidio stradale e il fondo di supporto per chi subisce la perdita di una persona cara a causa di sinistri o atti vandalici. «Il Fondo di Garanzia per le vittime della strada è un fondo pubblico ed è finalizzato a sostenere quelle situazioni che derivano da incidenti stradali causati da vetture non assicurate, pirati della strada che scappano senza soccorrere eventuali vittime, anche se a oggi restano ancora scoperte altre realtà simili, come le conseguenze dal lancio di sassi dai cavalcavia, o l’incidente derivante dall’attraversamento della carreggiata da parte di un animale. Il reato di omicidio stradale ha puntato soprattutto su un cambiamento di mentalità e di cultura: prima si sottovalutava la gravità dell’atto, ora si è cominciato a dare il giusto peso a una volontà di causare il massimo danno a un altro essere umano. Dobbiamo incrementare il senso di responsabilità, rafforzando l’osservanza delle leggi».
L’Associazione pone l’accento sul vero significato della Giornata per le vittime della strada che non serve semplicemente per ricordare chi non c’è più, ma per cambiare l’atteggiamento di ogni cittadino che con i propri comportamenti può gestire e risolvere i problemi. Nella lotta all’assunzione delle responsabilità di tutti c’è il grande impegno dell’Associazione nelle battaglie per la sicurezza stradale, con l’uso dei dispositivi come il casco e le cinture, accanto agli elementi introdotti nel Codice della strada come la decurtazione dei punti della patente. «L’Unione Europea – sottolinea la Presidente Cassaniti – si è posta l’obiettivo di raggiungere il traguardo delle vittime zero, entro il 2050, attraverso tappe intermedie di dieci anni, in cui individuare e mettere in atto, tutte le più corrette strategie di prevenzione. In Italia però non abbiamo raggiunto il target del dimezzamento del numero di morti, così come era richiesto».
Il nostro Paese deve ancora impegnarsi, lavorando con attenzione e senza perdere tempo. Le pene previste per chi abusa di sostanze alcoliche o droga, sono severe, ma manca ancora la giusta determinazione del reale stato psicofisico, del grado di attivazione di tale sostanze nel momento dell’incidente. «La colpa non è però soltanto dei cittadini che non rispettano le norme ma anche delle istituzioni non ancora abbastanza attente al problema, nel coordinamento delle azioni di prevenzione: il cambiamento di mentalità deve essere di sistema, e ciò può avvenire soltanto se a livello centrale, si formano regole e indicazioni di prassi precise, anche per quanto riguarda la cultura di una corretta educazione stradale nelle scuole».
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