Si spende più in debito che in servizi sociali

Apr 1, 2021

Accade nel mondo in un Paese su otto. Ecco il rapporto dell'Ufficio di Ricerca Unicef - Innocenti Covid-19 and the Looming Debt Crisis
di Gia. Na.

Circa un paese su otto nel mondo spende più in debito che in servizi sociali. E’ quanto emerge dal rapporto dell’Ufficio di Ricerca Unicef – Innocenti Covid-19 and the Looming Debt Crisis, che mostra come 25 paesi a livello globale – la maggior parte già appesantiti da povertà e privazioni – hanno eroso più risorse in servizi del debito nel 2019 rispetto a quelli scolastici, sanitari e di protezione sociale insieme. Secondo il rapporto, sono necessarie azioni globali per proteggere la spesa sociale e con essa il diritto di ogni bambino a sicurezza sociale, istruzione e servizi
sanitari.

«I bambini che vivono in paesi con elevati oneri di debito e limitate risorse per la protezione sociale, l’istruzione e la salute difficilmente riusciranno a liberarsi dalla povertà e dalle privazioni – ha dichiarato Henrietta Fore, direttore generale Unicef – I costi privati e pubblici sono enormi e lasciano ai bambini, alle comunità e ai loro paesi una scarsa speranza di economie sostenibili e di sviluppo sociale». Prima della pandemia, i paesi con i più alti livelli di servizi del debito – compresi Ciad, Gambia, Haiti e Sud Sudan – spendevano almeno 3 dollari per il debito per ogni dollaro destinato a servizi sociali di base. Inoltre, il rapporto mostra che in un quarto dei paesi a basso e medio reddito – dove vivono 200 milioni di bambini – si riscontra attualmente un aumento del debito o il rischio di un aumento. Nonostante le nazioni del G20 abbiano siglato l’Iniziativa per la Sospensione dei Servizi del Debito che copre il periodo tra aprile 2020 e giugno 2021, solo 1 paese idoneo su 3 ha partecipato.

Finora l’iniziativa ha aiutato a preservare la spesa su salute e protezione sociale nei 46 paesi partecipanti. Tuttavia, la spesa sull’istruzione si era già contratta l’anno passato. Dall’approfondimento dell’Unicef si evince che i paesi indebitati hanno già tagliato le spese su protezione sociale, nutrizione, acqua e servizi igienico-sanitari. «La pandemia ha causato una catastrofe globale dell’istruzione a cui è necessario rispondere per evitare che la generazione covid-19 diventi una generazione perduta – ha detto Fore – A causa della pandemia e del peso del debito affrontato dai paesi, stiamo già assistendo a una contrazione dei budget per l’istruzione in un momento in cui i paesi hanno bisogno di investire per migliorare i sistemi scolastici».  Il rapporto mostra anche che la risposta globale alla crisi del debito è troppo ridotta rispetto alla risposta generale fiscale al covid-19. La sospensione del debito non copre attualmente il debito verso i creditori commerciali, lasciando i paesi a medio reddito sempre più esposti.

Una nuova ristrutturazione dell’architettura del debito internazionale – che comprende un maggiore sostegno agevolato per i paesi poveri gravemente indebitati, maggiore trasparenza sui debiti come parte dei processi di budget nazionali e azioni coordinate per conto dei creditori – è fondamentale per proteggere i diritti dei bambini dalle conseguenze del covid-19. «La riduzione e la ristrutturazione completa del debito – conclude la direttrice generale dell’Unicef – sono fondamentali per assicurare una ripresa sia inclusiva sia sostenibile così che i bambini non debbano sopportare il doppio peso dei servizi sociali ridotti adesso e un incremento del debito in futuro. E’ indispensabile che le agenzie internazionali, i creditori e i governi nazionali agiscano insieme per ridurre il peso del debito e il risparmio diretto per investimenti sociali inclusivi»

 

 

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