Pandemia e salute mentale. Più esposti i giovani

Mar 30, 2021

Privati ormai da più di un anno di esperienze di vita, emozioni, avvenimenti, libertà di spostamento e di incontro, i ragazzi sono vittime di sentimenti negativi che stanno evolvendo in pericolosi quadri di disturbo post traumatico da stress o in costrutti psichiatrici come disturbi alimentari, depressione, ansia, disturbo di panico, disturbo ossessivo compulsivo, dipendenza da sostanze e farmaci, autolesionismo e rischio suicidario
di Redazione

pandemia e salute mentale«Da più parti, genitori, insegnanti, medici, psicologi e ragazzi, arriva il grido di allarme: la pandemia sta avendo un pericoloso impatto negativo sulla salute mentale dei giovani». A tracciare il quadro è Gabriella Pozzobon, pediatra del Centro di Endocrinologia dell’Infanzia e dell’Adolescenza presso l’Irccs Ospedale San Raffaele di Milano e presidente della Società italiana di medicina dell’adolescenza (Sima).

«Mentre nella prima ondata la pandemia ha interessato prevalentemente adulti e anziani, nella seconda- ricorda Pozzobon- si è osservato un notevole aumento di casi tra adolescenti e giovani adulti, aspetto che si è accentuato ultimamente con l’affermarsi della variante del Sars-CoV-2 inizialmente riconosciuta nel Regno Unito, che manifesta maggiore contagiosità nei giovani. Poichè continuano a risultare frequentemente asintomatici, gli adolescenti possono avere un ruolo significativo nella diffusione dei contagi, anche in rapporto all’elevata tendenza alla socialità, alla facilità con cui si spostano autonomamente, alla scarsa attitudine all’ossequio delle regole. Per questi motivi – prosegue la presidente di Sima – le autorità governative ne hanno pesantemente ristretto le attività, dalla scuola in presenza alle palestre ai ritrovi. Ne è conseguito che la pandemia ha avuto un impatto importante sulla fascia adolescenziale, ma per la sostanziale modifica dei loro stili di vita piuttosto che per le conseguenze delle infezioni su di loro».

Privati ormai da più di un anno di esperienze di vita, emozioni, avvenimenti, libertà di spostamento e di incontro, tutti elementi che sono funzionali agli specifici compiti evolutivi di questa età, quali la separazione e differenziazione dai genitori e «oltre a essere gravati dal contesto generale di preoccupazione – spiega Pozzobon  i ragazzi sono vittime di sentimenti negativi che stanno evolvendo in pericolosi quadri di disturbo post traumatico da stress o in costrutti francamente psichiatrici come disturbi alimentari, depressione, ansia, disturbo di panico, disturbo ossessivo-compulsivo, dipendenza da sostanze e farmaci, autolesionismo e rischio suicidario». Sugli effetti psicologici e psichici della pandemia sui ragazzi, interviene anche Carlo Alfaro, pediatra presso gli Ospedali Riuniti Stabiesi (Napoli) e Consigliere della Sima. «Recentemente il Comitato dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza presso le Nazioni Unite – spiega il consigliere Sima – ha sottolineato i gravi effetti emotivi e psicologici della pandemia da Covid-19 sugli adolescenti, invitando gli Stati membri a intervenire affinche’ la salute mentale dei giovani diventi componente essenziale dei piani di risposta nazionale alla pandemia con interventi efficaci, ispirati a criteri di giustizia e appropriatezza. Istituzioni, famiglie, scuola, comunità scientifica e operatori sanitari- prosegue Alfaro- devono impegnarsi a prevenire e saper intercettare i segnali di sofferenza psichica degli adolescenti per aiutarli ad attivare le migliori strategie di coping. Molti i livelli nei quali il supporto agli adolescenti deve esplicarsi: implementazione delle abilità di resilienza, potenziamento della rete familiare e sociale, sostegno empatico e apertura al dialogo, monitoraggio della loro attività in rete, offerta di alternative costruttive di svago e distrazione anche in assenza della facoltà di frequentare luoghi di ritrovo, tutela di un ritmo regolare di sonno-veglia, incoraggiamento dell’attivita’ fisica nei limiti di quanto consentito dalle norme contro la diffusione dell’epidemia».

«La grande sfida è trovare un equilibrio tra la tutela della salute delle persone e della popolazione e l’attenzione ai bisogni psicoemotivi – conclude Pozzobon – E’ necessario che i giovani siano responsabilizzati al rispetto scrupoloso delle regole e delle misure di contenimento, ma perchè questo accada non può trattarsi di regole imposte dall’alto, bensì vanno coinvolti da protagonisti nella battaglia contro la pandemia, aiutandoli a comprendere il senso del loro sacrificio per proteggere sè stessi e gli altri, i propri familiari e la comunita intera. Serve il coinvolgimento dei ragazzi nello sviluppare le competenze necessarie a fare scelte libere, giuste ed equilibrate, all’insegna della consapevolezza di avere un ruolo attivo nella societa’ di cui sono parte».

 

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