Cos’è un vaccino? Da cosa ci hanno salvato? Due domande comuni, alle quali dovremmo saper rispondere. In molti siamo in grado di farlo. Non riescono però coloro i quali – ostinatamente si oppongo a ogni verità scientifica – e rifiutano così i vaccini, come l’esistenza della pandemia. Le risposte alle due domande si possono trovare sul sito dell’Istituto superiore di sanità, il principale ente di ricerca per la salute pubblica in Italia.
Allora, cos’è un vaccino? Il vaccino è un farmaco che stimola il sistema immunitario a produrre anticorpi, deputati a combattere i microrganismi causa di malattia. In pratica, quando ci vacciniamo, il nostro corpo reagisce come se stesse affrontando un’infezione, senza tuttavia averla contratta. La vaccinazione lo rende cioè capace di riconoscere, attraverso lo sviluppo della memoria immunologica, l’agente estraneo contro cui il vaccino è diretto e di innescare una risposta immune. Molto più velocemente di quanto avverrebbe in risposta a una infezione naturale in una persona che non abbia precedentemente contratto la malattia.
Da cosa ci hanno salvato? I vaccini hanno sconfitto malattie terribili, come il vaiolo e il tetano neonatale, e ne hanno reso rare molte altre, come la difterite e la polio. Quest’ultima, ad esempio, ha visto diminuire il numero di casi nel mondo da 350mila nel 1988 a 33mila nel 2018 (l’Italia e la Regione europea dell’Organizzazione mondiale della sanità sono oramai polio free), e anche la mortalità per morbillo è stata drasticamente ridotta: dai 550mila morti nel 2000 ai circa 90mila nel 2016, praticamente l’84 per cento in meno. A livello globale, è stato stimato che le vaccinazioni prevengono ogni anno fino a 3 milioni di decessi (7mila al giorno). Non resta quindi che fidarsi della scienza. Punto e basta.
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