Monitorare la risposta immunitaria nella popolazione dopo la vaccinazione anti covid. Questo l’obiettivo dei due studi avviati dall’Istituto superiore di sanità. L’indagine permetterà di raccogliere informazioni sulla risposta immunitaria mediata da molecole che circolano nell’organismo come gli anticorpi, sia di tipo cellulare. Il primo studio controllerà l’andamento della risposta anticorpale indotta dal vaccino nonché la sua durata e sarà effettuato a 1, 6 e 12 mesi dalla vaccinazione. Ad un anno dalla vaccinazione sarà inoltre misurata la risposta cellulo mediata. I dati raccolti forniranno informazioni sulla quantità e la qualità della risposta immunitaria indotta dai diversi vaccini in adulti e anziani fragili e, in via preliminare, sull’efficacia nel proteggere dall’infezione e dalla malattia. La ricerca è stata progettata in base a quanto previsto dal documento presentato il 2 dicembre scorso al Parlamento recante le linee guida del Piano strategico per la vaccinazione anti-Sars-CoV-2, elaborato da Ministero della Salute, Struttura Commissariale Straordinaria per l’Emergenza, Istituto Superiore di Sanità, AgeNaS e Aifa, per la necessità di raccogliere tempestivamente dati sulla memoria immunologica nelle persone sottoposte a vaccinazione anti-COVID. Lo studio sarà coordinato dal Dipartimento di Malattie Infettive dell’Iss e coinvolgerà 8 centri ospedaliero universitari dislocati sul territorio nazionale (Policlinico Umberto I di Roma; Ospedale Maggiore di Milano; Policlinico Sant’Orsola di Bologna; A.S.S.T. Ovest Milanese di Legnano ; Ospedale Colonnello D’Avanzo di Foggia; Policlinico San Martino di Genova; Policlinico Paolo Giaccone di Palermo; Università di Padova, ULSS 6 Euganea di Padova; e per il disegno campionario e le analisi matematico e statistiche la Fondazione Bruno Kessler, Trento.
Per il secondo studio, l’Istituto Superiore di Sanità e la Società italiana di gerontologia e geriatria (Sigg hanno appena avviato GeroVax per valutare efficacia, sicurezza e durata delle vaccinazioni anti-Covid nel contesto delle Rsa, sugli anziani più fragili nei quali la risposta immunitaria potrebbe essere alterata o inferiore. Sono stati già coinvolti oltre 300 anziani in 26 strutture di Lombardia, Calabria, Sicilia, Lazio, Toscana e Veneto per registrare le eventuali reazioni avverse al vaccino, ma soprattutto la sua efficacia, monitorando i nuovi casi di infezione, gli accessi in ai pronto soccorso, i ricoveri in ospedale e la mortalità nei 12 mesi successivi alla vaccinazione. In un ampio gruppo di partecipanti sarà valutata anche la durata della protezione vaccinale, misurando la produzione di anticorpi specifici e l’immunità cellulo-mediata fino a 12 mesi dalla prima dose. L’indagine mira a coinvolgere 5mila residenti in 90 Rsa di dieci regioni, parte della rete del progetto promosso dalla Sigg, nel quadro di un più ampio studio multicentrico osservazionale, unico in Europa, nato nel marzo scorso per raccogliere dati sulla situazione reale degli anziani più esposti alla minaccia Covid. Per lo studio saranno registrate le eventuali reazioni avverse al vaccino nei primi 7 giorni dalla somministrazione e ne sarà soprattutto valutata l’efficacia, raccogliendo a 6 e 12 mesi di distanza dalla prima dose il numero di eventuali nuovi casi di Covid gli accessi in Pronto Soccorso, i ricoveri ospedalieri e la mortalità. Quindi, su un campione di 779 anziani, sarà valutata la produzione di anticorpi prima del vaccino e a distanza di 2, 6 e 12 mesi dalla prima dose. In 40 pazienti sarà misurata anche la risposta immunitaria cellulo-mediata a 12 mesi dal vaccino. In questo modo sarà possibile stimare la durata della protezione vaccinale negli anziani più vulnerabili.
«La distribuzione del vaccino è stata pianificata per coprire in via prioritaria le Rsa, che sono state duramente colpite dall’emergenza sanitaria – spiega Graziano Onder, promotore del progetto GeroVax e Direttore del Dipartimento Malattie Cardiovascolari, endocrino metaboliche e invecchiamento dell’Iss – Non esistono a oggi dati sull’efficacia clinica e la durata della protezione vaccinale nei residenti di queste strutture, una particolare popolazione in cui la risposta immunitaria al vaccino potrebbe essere alterata dall’elevata fragilità clinica». «L’indagine GeroCovid RSA è stata avviata quando si moltiplicavano i casi delle Rsa travolte dall’emergenza, censite a maggio dall’Iss in un rapporto nazionale sul contagio da Covid – conclude Raffaele Antonelli Incalzi, coordinatore progetto Gero VAX per Sigg – L’utilizzo di una rete già esistente offre chiari vantaggi in termini di tempi, organizzativi e di gestione e semplifica il sistema di raccolta dati già attivo, grazie al supporto di Blue Companion France che ha realizzato un’infrastruttura tecnologica che consente l’immissione e l’archiviazione diretta dei dati, in assoluto anonimato e sicurezza. La partecipazione al nuovo studio dell’Istitituto superiore di sanità è un’ulteriore sforzo nella direzione di comprendere al meglio la portata della malattia nel setting assistenziale delle residenze per anziani e soprattutto definire l’efficacia della protezione vaccinale, colmando lacune di conoscenza fondamentali per la corretta gestione della popolazione anziana più vulnerabile».
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