Lo dicevamo da tempo. Lo stereotipo che, anche in occasione della pandemia, è stato alimentato circa una pubblica amministrazione inadeguata e un lavoro pubblico costituito prevalentemente da “scansafatiche” era falso e inopportuno. Lo avevamo sottolineato mettendo in evidenza il ruolo del settore pubblico, sulle sue molteplici articolazioni, che comunque rappresentano l’interfaccia fra lo Stato e il governo da un lato e i problemi e le necessità delle famiglie e delle imprese dall’altro. Un settore che proprio per questo spesso si trova a essere il capro espiatorio di un sistema Paese nel suo complesso arretrato. In questo particolare anno, più ancora che il settore pubblico, infatti, sono apparsi vecchi e inadeguati i modelli interpretativi utilizzati per leggere una realtà comunque in movimento e che ha reagito all’emergenza sanitaria. E così, spesso, nell’interpretare, nel commentare, alcuni anche nel giudicare le nostre pubbliche amministrazioni, sono prevalsi vecchi schemi di lettura, con il risultato di alimentare luoghi comuni sul lavoro pubblico. che non solo non aiutano a creare quella necessaria coesione di cui il paese ha bisogno, ma che sono diventati una vera minaccia al cambiamento.
Le nostre parole discendevano dalla consapevolezza del compito assunto dal lavoro pubblico nel gestire l’emergenza ma anche, e soprattutto, di quello che dovrà essere il ruolo nel gestire i fondi del Next Generation Eu. Il cambio di passo di questo nuovo governo nei confronti del lavoro pubblico non può che essere salutato ad oggi con soddisfazione e speranza per il cambio di prospettiva. La sfida è stata enunciata nei discorsi ufficiali, ribadita nei documenti di riferimento, “Pubblica amministrazione”, dove il contributo del sindacato è un segnale forte e chiaro. Ma adesso siamo alla prova dei fatti. Medici, infermieri, insegnanti, magistrati, forze dell’ordine, dipendenti delle amministrazioni centrali, degli enti locali: una comunità di 3,2 milioni di donne e di uomini che sta servendo il Paese in uno dei momenti più difficili della nostra storia recente.
Dobbiamo gratitudine a chi opera quotidianamente per servire la popolazione, salvando vite, assicurando servizi essenziali. Abbiamo il dovere di restituire dignità, orgoglio, autorevolezza e valore a chi lavora per la nostra Amministrazione. La riconciliazione con il mondo dello Stato favorisce un altro obiettivo ormai irrinunciabile: garantire a cittadini e imprese servizi adeguati a soddisfare le loro esigenze di vita e di attività. Valorizzare capitale umano e conoscenza significa aumentare produttività ed efficienza, ma anche fiducia, legalità e reale trasformazione, assicurare l’innovazione sostenibile dei processi e dei servizi.
Un cambio di passo a cui viene data operatività con l’impegno di reperire nuove risorse con la legge di bilancio 2022 e attraverso gli obiettivi del «Patto per l’innovazione del lavoro pubblico e la coesione sociale» sottoscritti tra il Presidente del Consiglio, Mario Draghi, il Ministro per la Pubblica Amministrazione, Renato Brunetta, e i Segretari generali di Uil e di Cisl, Cgil e Uil, i cui obiettivi confermano il nuovo approccio nel metodo e nel merito. Riconoscere la Pubblica amministrazione motore di sviluppo e catalizzatore della ripresa: la semplificazione dei processi e un massiccio investimento in capitale umano sono strumenti indispensabili per attenuare le disparità nel Paese, curare le ferite della pandemia, offrire risposte ai cittadini e alle imprese che siano adeguate ai bisogni. Assicurare la partecipazione delle lavoratrici e dei lavoratori nell’innovazione dei settori pubblici, sostenuta dagli investimenti in digitalizzazione.
Avviare una nuova stagione di relazioni sindacali che punti sul confronto con le organizzazioni e porti a compimento i rinnovi contrattuali del triennio 2019-2021. Valorizzare il personale e stabilire il diritto dovere soggettivo di ogni pubblico dipendente alla formazione. Ci saremo e seguiremo con la nostra solita attenzione questa nuova stagione. Ci piace citare Dostoevskij che scriveva se vuoi trasformare un uomo in una nullità non devi fare altro che ritenere inutile il suo lavoro. Ecco, è arrivato il momento di abbandonare la logica della contrapposizione e condividere con i 3,2 milioni di uomini e donne della pubblica amministrazione un progetto condiviso per costruire insieme l’Italia del futuro
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