Crollano i posti di lavoro. Il saldo annualizzato – vale a dire la differenza tra i flussi di assunzioni e cessazioni negli ultimi dodici mesi – identifica la variazione tendenziale delle posizioni di lavoro a ottobre è pari a meno 662 mila unità. Il report «Osservatorio sul Precariato» dell’Inps è chiaro: le assunzioni attivate dai datori di lavoro privati nei primi dieci mesi del 2020 sono state il 31 per cento in meno rispetto all’anno precedente. Una contrazione particolarmente negativa ad aprile (-83%), che poi si è progressivamente attenuata, in corrispondenza dell’allentamento delle misure restrittive nei mesi estivi scendendo sotto il 20 per cento e permanendo sotto questo livello anche a ottobre (-18%). Il calo ha riguardato tutte le tipologie contrattuali, risultando però più accentuato per le assunzioni con contratti di lavoro a termine (somministrati, intermittenti, a tempo determinato).
In termini numerici ciò significa che la progressiva flessione già visibile nel corso della seconda metà del 2019, sì è accentuata. Crollano quindi i posti di lavoro a febbraio (meno 28 mila) ed è seccamente scesa a causa della caduta dell’attività produttiva conseguente all’emergenza sanitaria e al lockdown nei mesi successivi. I dati di marzo e aprile fanno infatti rabbrividire. Il terzo mese del 2020 ha registrato un meno 283 mila unità, il mese successivo meno 623 mila. La dinamica negativa è proseguita – seppur con un ritmo in progressivo rallentamento – raggiungendo il valore massimo a giugno (meno 813.000). A luglio invece si è avviata un’inversione di tendenza (meno 761.000) proseguita nei mesi successivi. Ciò ha determinato a ottobre un saldo annualizzato pari a meno 662.000 posti di lavoro.
A ottobre 2020 rimangono ancora positivi – pur continuando sempre a ridursi – i saldi annualizzati dei rapporti di lavoro a tempo indeterminato (+161.000) e di apprendistato (+8.000). L’impatto del Covid-19, interessando fortemente tutte le tipologie di contratti a termine, ne ha accentuato le tendenze al ripiegamento, già in essere dal 2019. Tra luglio (per i contratti a tempo determinato e per gli stagionali) e agosto (per i contratti di somministrazione) tale tendenza risulta invertita, pur rimanendo ancora largamente negativi i saldi su base annua.
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