Un linguaggio inclusivo contro le discriminazioni

Dic 7, 2020

L’italiano è una lingua in costante evoluzione: iniziamo a utilizzarla al meglio
di Sirio Morini

Linguaggio inclusivoIn Italia urge un linguaggio inclusivo, che non sia discriminatorio nei confronti di ogni identità di genere. Le considerazioni in tale ambito riguardano in particolare le persone transgender, dove binarismo (errata convinzione che esistano solo due generi: uomo e donna) e dare per scontato che tutti si identifichino col genere assegnato alla nascita, sono offensivi. Per le persone trans binarie (coloro la cui identificazione va da uomo a donna o viceversa) il discorso è semplice: la persona va sempre e comunque indicata con il proprio genere, invece uno degli errori più frequenti nel linguaggio transfobico è quello di definire, ad esempio, le donne trans con articoli e pronomi maschili.

Per le persone trans non binarie negli Stati uniti d’America l’assenza del genere negli aggettivi e l’esistenza di un pronome neutrale (they/them), ha dato la possibilità di creare una comunità molto inclusiva. In Italia il problema principale è l’aggettivo. Non tutte le persone non binarie utilizzano aggettivi neutri, detto ciò nella forma scritta il genere obbligato della lingua viene ovviato comunemente con un asterisco (brav*) o x (bravx), ma non sono utilizzabili nel linguaggio parlato, quindi altre opzioni possibili sono: u (bravu), troncamento (brav), «schwa» (un suono a metà tra “a” e “o”, che va a scemare verso la fine dell’aggettivo), aggirare il problema utilizzando termini neutrali (brava persona). Bisogna inoltre tenere in considerazione una mentalità che decostruisca il binarismo di genere, evitando espressioni comuni che tendano a rimarcare la dualità (signore e signori, uomini e donne) in favore di termini più inclusivi (ospiti, persone). Al di fuori del discorso pronomi/aggettivi, alcune modifiche andrebbero apportate anche nel considerare organi sessuali e parti del corpo, generalmente assegnate ad un genere piuttosto che ad un altro, indissolubilmente legati a tale genere. Per alcuni è difficile capire che, ad esempio, alcuni uomini possano avere un utero, ma se si vuole andare verso un mondo e un linguaggio realmente inclusivo si deve necessariamente cercare il più possibile di spezzare tale legame.

Per chi, spinto dalla propria transfobia si lamenti di questi linguaggi e non tollera nuovi modi di scrivere in favore dell’inclusione, è opportuno tenere a mente che la lingua è in costante evoluzione: sarebbe un grande passo nel rispetto e nella civilizzazione sociale portala avanti.

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