«Riqualificare l’Italia» per arrestare il declino della biodiversità, il dissesto del territorio, attraverso un piano di investimenti strategico. Tutto da realizzare con le risorse messe a disposizione dalla Commissione europea attraverso il Next Generation. Il Wwf in attesa che si definiscono i progetti per il Piano nazionale di ripresa e resilienza con i fondi assegnati all’Italia dalla Commissione Europea presenta il suo dossier. «Ad oggi – ha ricordato l’associazione – la Comunità Europea ha già stabilito che il 37 per cento dei 191,4 della Recovery and Reslience Facility debba essere destinato ad azioni per il clima e l’adattamento climatico, la Commissione Ambiente del Parlamento europeo ha chiesto di aggiungere un 10 per cento in più per ambiente e biodiversità. E il Wwf auspica che in conclusione ci sia almeno un 40 per cento per le priorità in campo ambientale.
Inoltre – secondo dati ufficiali della Commissione Europea – nonostante la crisi del 2007-2008, dal 2000 al 2015 la crescita di posti di lavoro verdi in Europa è stata sette volte superiore a quella ottenuta dal resto dell’economia. «E’ venuto il momento di riconoscere il giusto valore al nostro capitale naturale che rappresenta una parte fondamentale della ricchezza italiana – ha spiegato il presidente del Wwf Italia, Donatella Bianchi – In una recente dichiarazione il presidente del Consiglio Giuseppe Conte si è detto favorevole a inserire la tutela della biodiversità in Costituzione: si tratta di un percorso pienamente condivisibile ma complesso che non impedisce al nostro Paese di assumere, da subito, azioni concrete per arrestare e invertire la curva della perdita di biodiversità strettamente connessa anche alla crisi climatica. Ecco perchè una quota significativa dei contributi europei deve essere destinata a riqualificare l’Italia prendendosi cura del capitale naturale che è alle fondamenta del nostro benessere non solo economico».
I dati dell’Agenzia Europea sullo »Stato della Natura in Europa» ha rilevato che l’81 per cento degli habitat e il 60 per cento delle specie si trova in uno stato di conservazione inadeguato o sfavorevole. E nel dossier «Riqualificare l’Italia»- sulla base delle elaborazioni originali del gruppo di ricerca dell’Universià dell’Aquila che da anni collabora con l’associazione – il Wwf presenta un quadro della situazione di progressivo impoverimento del capitale naturale: «La copertura artificiale del territorio del Paese – attribuibile alla sola urbanizzazione – è arrivata a 7,64% (mentre negli anni 50 era il 2,7%), per una superficie superiore a 23mila chilometri quatrati, con un consumo del suolo che colpisce in prevalenza le aree agricole (66%), seguite da quelle urbane 27%) e quelle naturali (7%)». «Il nostro territorio è disseminato da barriere, di ostacoli alla continuità ecologica del patrimonio naturale che ne favoriscono il degrado – spiega il Wwf – Il 38% del territorio nazionale è classificato in zone ad elevata e molto elevata frammentazione, e che nella regione biogeografica Padana il 34% del territorio è a frammentazione molto alta, in quella Alpina il 46% del territorio è a frammentazione molto bassa, mentre le regioni appenniniche fanno registrare una frammentazione medio/alta e quelle costiere molto elevata».
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