La comunicazione ai tempi del covid: una questione di coerenza tra il fare e il dire

Nov 11, 2020

In un contesto in cui le disuguaglianze economiche e sociali sono state esacerbate dalla pandemia e l’incertezza domina la quotidianità, la costruzione della fiducia tra Istituzioni e cittadini dipenderà molto dalle misure, e dal modo in cui queste saranno attuate e comunicate
di Maria Grazia Biscotti

La comunicazione al tempo del covid«Indossare la mascherina o indossare il respiratore?», «Lavarsi spesso le mani o lavarsene le mani?», «Essere negativi o negazionisti?», «Fermare il virus o fermare il sistema sanitario?», «Evitare i luoghi affollati o affollare le terapie intensive?» Un finto dilemma di fronte al quale la Regione Lombardia ha voluto mettere i propri cittadini con la campagna di sensibilizzazione #TheCovidDilemma che si pone come obiettivo principale «la corretta diffusione di informazioni utili ai cittadini con il claim La scelta è tua, ma le conseguenze riguardano tutti noi». Eppure per convincere i propri cittadini a conformarsi alle raccomandazioni per rallentare la diffusione del virus non è sufficiente moralizzare una scelta individuale, enfatizzando gli effetti che questa può produrre sugli altri, e far leva sulla responsabilità sociale. Di elementi cruciali per favorire, in questo momento storico, la coesione sociale e il rispetto delle regole se ne possono evidenziare un paio, in primo ordine: la legittimità (delle misure adottate) e la fiducia (dei cittadini nell’Istituzione).

In tempi ordinari la legittimità viene garantita con la partecipazione attiva dei cittadini ai processi decisionali, ma non sono questi i tempi e gli attori istituzionali si trovano nelle condizioni di dover decidere, quasi d’imperio, cosa i propri cittadini possano o non possano fare, minando di fatto il valore primo di quelle stesse decisioni e di conseguenza la fiducia delle persone nei confronti delle Istituzioni. La pandemia, come è ovvio, è in continua evoluzione e le incognite che l’accompagnano sono molteplici, ne consegue che l’urgenza di identificare rapidamente risposte (più o meno) adatte, nasconde pericolose insidie soprattutto in considerazione delle ricadute – per lo più negative – che questo tipo di decisioni politiche possono avere sulla vita dei cittadini. In un contesto in cui le disuguaglianze economiche e sociali esistenti sono state esacerbate dalla pandemia, e l’incertezza domina la quotidianità di milioni di persone, la costruzione della fiducia tra Istituzioni e cittadini dipenderà molto dalle misure, e dal modo in cui queste saranno attuate e comunicate.

Un’informazione puntuale, accessibile, coerente e partecipata, in grado di rendere sempre più trasparente il processo decisionale, potrebbe essere un buon punto di partenza. Ai due elementi già evidenziati prima – legittimità e fiducia – è necessario, per chiudere il discorso, aggiungerne un terzo: la coerenza. Coerenza nella rilevazione delle informazioni e dei dati sulla cui analisi si basano le scelte del decisore politico, per una comunicazione diretta e semplificata su quanto sta accadendo e ancora deve accadere. Questo è uno dei punti cardine che i nostri leader politici sono chiamati a considerare e a rimodulare, perché le cose è tanto importante farle quanto, poi, saperle dire.

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