Agricoltura europea. La svolta verde che non c’è

Ott 27, 2020

Dopo il voto del Parlamento sulla Politica agricola comune, a rischio le politiche per la biodiversità e il clima
di Francesca Romana Landi

agricoltura europeaQuello che accade lontano dai riflettori è quasi sempre più decisivo dei buoni intenti annunciati alla luce del sole. La regola vale anche in Europa, dove molte voci suggerivano che le agguerrite lobby dell’agroindustria avessero conquistato i cuori degli eurodeputati in vista del voto del Parlamento sulla Politica agricola comune. Chi si aspettava una svolta verde per l’agricoltura del Vecchio continente, grazie a una riforma della Pac coerente con il Green Deal, è rimasto deluso. I deputati europei – riunitisi nella seconda metà di ottobre – hanno sostanzialmente bocciato le politiche per la biodiversità e per il clima della Commissione europea. Ad esprimere preoccupazione è lo stesso Commissario europeo per l’agricoltura Janusz Wojciechowski, secondo cui alcuni degli emendamenti concordati non condividono l’ambizione per una Pac più «verde ed equa» .

Negativo è anche il giudizio di Confeuro, confederazione che rappresenta oltre 270mila operatori in tutta Italia:  «Il voto finale sulla Pac del Parlamento europeo rischia di rendere irraggiungibili gli obiettivi stabiliti dalla Commissione – dichiara il presidente Andrea Michele Tiso – Al di là delle rassicurazioni di circostanza, siamo di fronte a un esito deludente che non cambia le dinamiche di fondo dell’agricoltura, ma si limita ad apportare modifiche più esteriori che sostanziali, che non possono produrre il cambiamento necessario». «Nella proposta votata dal Parlamento – sottolinea Tiso – mancano elementi essenziali, quali l’introduzione di un limite di spesa per gli allevamenti intensivi e il rispetto di requisiti ambientali più stringenti per ricevere sussidi. Si prevede inoltre un tetto ai fondi nazionali per il sostegno di alcuni programmi ambientali».

«I bisogni più urgenti dell’agricoltura e dell’ambiente – denuncia Confeuro – sono stati messi da parte per favorire la grande agroindustria che continua, nonostante tutto, a dettare legge». A pensarla in modo simile sono numerose organizzazioni della società civile. Per Greenpeace, «dopo il voto fallimentare del Parlamento Ue va ricostruita da zero la Politica Agricola Comune», mentre la coalizione ‘Cambiamo Agricoltura’ parla di «una sconfitta per la biodiversità, il clima e gli agricoltori virtuosi».

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