Per un economia del benessere. Il Wwf chiede all’Ue: accelerare sulla decarbonizzazione

Set 25, 2020

di Redazione

«Per una vera e propria ripresa caratterizzata da sostenibilità e salute, l’Ue deve ripensare il modo in cui misura i progressi e ordina le priorità nel suo processo decisionale». Un nuovo rapporto Towards an Eu Wellbeing Economy – a fairer, more sustainable Europe post Covid-19, pubblicato dal Wwf, chiede all’Unione Europea di «far tesoro delle lezioni della crisi adottando un approccio di Wellbeing Economy – un’economia al servizio delle persone e dell’ambiente, piuttosto che perseguire la crescita economica attraverso indicatori definiti in modo restrittivo come il prodotto interno lordo (Pil)».

«Il rischio è che gli sforzi per realizzare una vera e propria ripresa verde – spiega il Wwf – siano preda di interessi economici a breve termine e che questi prevalgano sull’impostazione con un orizzonte più ampio che deve avere al centro la sostenibilità ambientale e sociale. Il pacchetto di ripresa proposto dall’Ue rischia di permettere a settori distruttivi come l’energia da combustibili fossili o l’agricoltura intensiva di accedere ai finanziamenti pubblici, bloccando gli investimenti per i decenni a venire e minando gli sforzi dell’Ue per affrontare la doppia crisi del cambiamento climatico e della perdita di biodiversità».

«Anche in termini di crescita classica, comunque, la sostenibilità, e in particolare la coerenza e l’accelerazione delle politiche e delle iniziative per la decarbonizzazione dell’economia e a favore del clima, potrebbero far volare la ripresa economica – prosegue l’associazione – è quanto dimostra lo studio pubblicato da Ref-E, un’agenzia specializzata in ricerca e consulenza per i mercati energetici, e curato da Matteo Leonardi con il supporto di una ventina di analisti tra cui Enrico Giovannini, Giovanni Dosi, Pia Saraceno, Anastasia Pappas. La ricerca illustra come gli investimenti in decarbonizzazione siano la chiave per la ripresa economica post-Covid in Italia a livello macroeconomico». «L’impatto economico sarebbe imponente – conclude il Wwf – anche secondo gli schemi classici. Il buon utilizzo dei fondi comunitari aumenterebbe il Pil del 30 per cento entro il 2030 e il tasso di occupazione dell’11 per cento, con un forte miglioramento delle opportunità per i più giovani».

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