I «Nasoni» raccontano Roma

Set 24, 2020

di Gia. Na.

Raccontare Roma attraverso i «Nasoni. Scoprirla o riscoprirla affidando racconti, ricordi, aneddoti alle tradizionali fontanelle sparse sul territorio urbano. Dopo Centocelle, Torpignattara e il Pigneto, dal 24 al 27 settembre  2020 torna lo storytelling urbano che dal 2017 a oggi ha dato voce alla città, al cuore storico di borgate e periferia, affidando ai nasoni il racconto in soggettiva di una Roma arcaica e popolare con «I Nasoni raccontano – la storia ha il naso lungo», progetto ideato da Fabio Morgan giunto ormai alla quarta edizione. Ogni Nasone è custode di una storia, di un avvenimento: intervistando i cittadini, si raccolgono materiali storici e aneddotici per trasformarli in un testo teatrale che viene allestito in forma itinerante all’interno del quartiere scelto. Al centro della quarta edizione del progetto è Villa Gordiani, quadrante capitolino dalle alterne vicende, oggetto di riflessione sociale e artistica negli scritti di Moravia e Pasolini e scenografia ideale di pellicole come «Accattone». Nata come borgata ufficiale tra il 1928 e il 1930, Villa Gordiani era abitata da povera gente, circa 5mila persone, che vivevano in casette a un piano, costruite con materiali di risulta, prive di acqua corrente, di luce e bagni.  L’acqua veniva presa da fontanelle poste in mezzo alle casette, mentre per i servizi igienici, sempre tra una casetta e l’altra, c’erano delle latrine pubbliche alla turca, con i canali di scolo ai lati.

Villa Gordiani nella sua storia di trasformazioni è la testimonianza di una Roma dalle mille anime: proletaria e contemporanea, dagli sfollati del dopoguerra alla borghesia, nel tempo la borgata ha subito profonde mutazioni, tra cui l’abbattimento, negli anni 80 delle piccole case popolari. Fra trasformazioni, abbattimenti, distruzioni, Villa Gordiani ha visto radicalmente cambiare la sua fisionomia urbana e sociale. Dagli anni Trenta al 2020 tutto si è trasformato. Ciò che è rimasto, testimone delle alterne vicende sono loro: i nasoni. Quei nasoni dove si disseta accattone, quei nasoni che negli anni Cinquanta erano unica fonte per approvvigionamento idrico, quei nasoni che oggi servono per dissetare i bambini che qui giocano all’uscita di scuola. Dal oggi e per i prossimo due giorni, saranno proprio loro a raccontare e farsi testimoni di una Roma ormai scomparsa e di quella presente: narratori inediti, osservatori privilegiati della vita degli ultimi 90 anni di borgata.

I Nasoni raccontano – la storia ha il naso lungo è un progetto di storytelling urbano che, immaginando di poter adottare il punto di vista delle note fontane di acqua potabile gratuita caratteristiche della città e diffuse in tutto il territorio, restituisce uno spaccato di vissuto storico dell’area in cui insiste. Gli obiettivi del progetto sono quelli di recuperare la consapevolezza dei territori, favorire l’incontro intergenerazionale e contribuire a creare occasioni di sviluppo dell’identità collettiva, definendo una nuova narrazione storica dei luoghi e degli spazi attraverso l’intreccio di eventi di rilievo nazionale ad aneddoti locali, trasformando così il quartiere in un palcoscenico. «I Nasoni raccontano – ha spiegato il regista Leonardo Ferrari Carissimi – riesce a creare un equilibrio comico e poetico tra tempo e spazio, dove la narrazione serpeggia fluidamente attraverso i secoli. Nella splendida cornice di Villa Gordiani, spettatrice di infinite storie e personaggi, si susseguono scene provenienti da diverse epoche, dalla Roma antica sino ai giorni nostri. Anche quest’anno I Nasoni raccontano trasforma un luogo della capitale, spettatore e protagonista della storia italiana, in un luogo intimo, una dimensione dell’anima attraversata dall’amore, dalla rabbia, dalla tristezza e dal sorriso».

 

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