E’ allarme per i suicidi causati dal Covid

Set 9, 2020

di Silvia Morini

Gli psichiatri lanciano l’allarme: da marzo a oggi in Italia si sono registrati 71 suicidi e 46 tentati suicidi correlati alla pandemia Covid-19. L’anno scorso nello stesso periodo il numero di suicidi per crisi economica si attestava a 44 e quello dei tentati suicidi a 42.  Durante il Convegno Internazionale di Suicidologia e Salute Pubblica, organizzato da Sapienza Università di Roma e promosso con il sostegno della Fondazione Internazionale Menarini, in occasione della Giornata Mondiale per la prevenzione del suicidio – che ricorre domani – gli esperti stimano un incremento del rischio di suicidi e per prevenirli è necessario anche l’impegno dei media: una revisione di oltre cento studi scientifici dimostra che parlare dei casi di suicidio in maniera corretta può ridurre il numero delle vittime. In occasione della ricorrenza non mancherà il consueto appuntamento con il convegno internazionale che, nel rispetto delle regole di prevenzione del contagio, sarà online con nove webinar dal 7 fino al 12 settembre.

Oltre alle conseguenze della crisi finanziaria pesano anche l’isolamento sociale, lo stigma nei confronti di chi ha superato la malattia e dei loro cari o familiari, il peggioramento di un disagio psichico già presente ed esasperato dalle difficoltà emerse con la pandemia. «Nei prossimi mesi il suicidio potrebbe diventare una preoccupazione urgente – spiega Maurizio Pompili, Presidente del Convegno e Professore Ordinario di Psichiatria alla Sapienza Università di Roma – Del resto, è noto che in seguito a crisi imponenti o emergenze diffuse, questo numero cresce». Alcuni tra i segnali di pericolo sono: voler morire, la ricerca di un modo per uccidersi, sentirsi senza speranza o di non avere uno scopo, sentirsi intrappolati o di provare un dolore insopportabile, essere un peso per gli altri, aumentare l’uso di alcol o droghe, agire in modo ansioso, agitato o sconsiderato, dormire troppo poco o troppo, ritirarsi o sentirsi isolati, mostrare rabbia o parlare di cercare vendetta, mostrare estremi sbalzi d’umore. Allora, sottolineano gli esperti: «La progettazione di un gesto estremo si fa più concreta, ma la prevenzione è tuttavia possibile, non solo imparando a riconoscere i segnali d’allarme ma anche recuperando il significato di rete sociale: l’isolamento è uno degli elementi che può precipitare nel disagio psichico, ma si può essere distanti ma vicini, stando accanto agli altri pur nel rispetto delle disposizioni anti-Covid. Inoltre, i servizi socio-sanitari non possono interrompersi ed è fondamentale il ruolo della medicina di base e di chi si occupa di fare una diagnosi di Covid: le persone positive più a rischio, come quelle che seguono già trattamenti per disturbi mentali o chi si trova in precarie situazioni di vita, devono essere segnalate alla rete di assistenza psichiatrica per ricevere un’assistenza dedicata, a distanza».

Si raccomanda attenzione da parte di tutti in un momento storico così delicato: «Se qualcuno che conosci mostra segni premonitori di suicidio -sottolineano gli esperti – non lasciarlo solo, rimuovi ciò che potrebbe essere utilizzato per il gesto e chiedi aiuto a un medico o a un professionista della salute mentale». 

 

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