I finanzieri del Comando Provinciale di Viterbo, nel corso dei mesi di lockdown, hanno predisposto un complesso e sistematico piano di monitoraggio del territorio per verificare la presenza di siti dedicati all’illecito stoccaggio di materiali di risulta e rifiuti di vario genere, nonché di verifica delle modalità operative con cui tali siti sono gestiti. Al di là dell’interesse sotto il profilo della tutela del patrimonio ambientale e della salute dei cittadini, la gestione delle aree devolute allo stoccaggio di rifiuti assume estrema rilevanza con riguardo ai possibili sviluppi fiscali e dal punto di vista strettamente economico e finanziario.
Ogni impresa che conduce un’attività di questo tipo, deve per legge assicurare di accumulare periodicamente una parte dei propri guadagni a beneficio del «fondo post-mortem», necessario per garantire la comunità che la ospita sulla effettiva capacità di sostenere i costi conseguenti al mantenimento del sito dopo la sua chiusura. Data la particolare tipologia di attività svolta, inoltre, in aggiunta all’ordinaria tassazione prevista per l’esercizio di impresa, vi è obbligo di calcolare e versare la cosiddetta ecotassa dovuta alla Regione e i tributi all’Ente locale preposto, anche in base alle superfici effettivamente occupate.
Nel corso dei monitoraggio sono state riscontrate diverse irregolarità all’interno di aziende che gestiscono i rifiuti speciali e pericolosi e individuate numerose discariche abusive a cielo aperto, alcune delle quali situate in aree di particolare pregio dal punto di vista storico naturalistico. Complessivamente, dal mese di marzo 2020, sono stati sequestrati quasi 40mila mq di 7 aree utilizzate come discariche, nelle quali sono state rinvenute tonnellate di rifiuti, materiale di risulta e, in alcuni casi rifiuti speciali e pericolosi. Fra le tipologie più comuni sono stati riscontrati autovetture, pneumatici, macchinari vari di aziende, elettrodomestici dismessi, materiali per pavimentazioni. Tra le violazioni contestate figurano: l’abbandono, il deposito incontrollato e la combustione illecita di rifiuti. Violazioni che hanno comportato i sequestri delle aree e in alcuni casi anche la rilevazione di fattispecie penali.
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