Sonno profondo e tranquillo. E sonno inquieto. Questo lo stato attuale dei vulcani romani. I risultati emergono dallo studio «Monti Sabatini and Colli Albani: the dormant twin volcanoes at the gates of Rome», pubblicato sulla rivista scientifica Scientific Reports di Nature e frutto della collaborazione tra scienziati scienziati dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv), dell’Università La Sapienza di Roma e del Laboratorio di geocronologia della Wisconsin University.
Gli scienziati hanno messo in campo un approccio multidisciplinare attraverso l’uso di tre diverse metodologie di indagine: il telerilevamento per le deformazioni del suolo, la datazione 40Ar/39Ar per la storia eruttiva, e l’analisi della sismicità storica della regione vulcanica. In tal modo è stato possibile paragonare i caratteri vulcano e tettonici del distretto Sabatino con quelli recentemente studiati nell’area dei Colli Albani. I risultati di questo studio mostrano che i Monti Sabatini hanno avuto una storia eruttiva molto simile e contemporanea a quella dei Colli Albani, anche se con tempistiche di ricorrenza media diversa, tanto da poterli considerare due gemelli addormentati alle porte di Roma. Una differenza attuale fondamentale, però, è risultata dall’analisi della deformazione del suolo e della sismicità locale. Infatti, mentre i Monti Sabatini mostrano uno stato di quiete quasi assoluta, ai Colli Albani si registra un sollevamento locale e una diffusa sismicità e degassazione. Inoltre, dall’analisi delle tempistiche storiche risulta che il tempo attualmente trascorso dall’ultima eruzione dei Monti Sabatiniè di circa 70mila anni, rientrando pienamente nelle valutazioni dei periodi medi di quiescenza tra le tre grandi fasi eruttive avvenute negli ultimi 600mila anni.
«I Monti Sabatini, come i Colli Albani, non possono essere considerati vulcani estinti – sottolinea Fabrizio Marra, dell’Ingv e autore della ricerca – Tuttavia, entrambi i distretti vulcanici si trovano in uno stato che possiamo definire dormiente, in un sonno che per i Monti Sabatini è profondo e tranquillo e per i Colli Albani è inquieto. In ogni caso, entrambi i distretti vulcanici laziali offriranno congrui periodi di tempo di segnali precursori prima di una loro eventuale ripresa dell’attività vulcanica».
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