Oltre 900mila opere recuperate lo scorso anno dai Carabinieri per la tutela del patrimonio

Mag 18, 2020

di Redazione

Sono oltre novecento mila (902.804) i beni recuperati in tutto il 2019 dai Carabinieri per la tutela del patrimonio culturale, che oggi conta trecento unità fra i quindici nuclei più una sezione sparsi in italia, che gestiscono la banca dati più estesa e antica al mondo (oltre un milione di file di opere da ricercare). Piu di 900 mila opere, che porta a circa tre milioni i beni resi al pubblico o ai legittimi proprietari in mezzo secolo di storia di questa unità specializzata. La maggior parte dei recuperi del 2019 riguarda il settore antiquariale, archivistico e librario (857.003); a seguire vi sono i reperti archeologici, paleontologici e numismatici provenienti da scavi clandestini (45.801). Per quanto riguarda la contraffazione, sono 1.083 le opere sequestrate: falsi di arte contemporanea – ma non solo – che, qualora immessi sul mercato, avrebbero fruttato alle organizzazioni criminali quasi 200 milioni di euro.

E’ stato recuperato un ritratto di Lorenzo Lotto rubato nel 1976 a Firenze e una Madonna del Pinturicchio, sottratta a Perugia nel 1990. Numerosi i beni rimpatriati a seguito di indagini, rogatorie e interventi della diplomazia culturale, come un rilievo dei Della Robbia rientrato dal Canada e il Vaso di fiori del fiammingo Van Huysum che, trafugato nel corso della Seconda guerra mondiale, era rimasto da allora in Germania. Fra le opere di sospetta falsità tolte dal mercato spiccano vari dipinti attribuiti a Modigliani, ma il fenomeno ha colpito artisti di ogni epoca e stile, da Leonardo da Vinci a Giorgio De Chirico, da Andy Warhol a Michelangelo Pistoletto. In calo del 27,2 per cento i furti in genere, che sono 345 a fronte dei 474 del 2018. Anche più sensibile il calo di quelli in danno della collettività: presso archivi dimezzati del 50 per cento (da 16 a 8), biblioteche – 42,8 % (= da 21 a 12), luoghi di culto – 35,4% (da 209 a 135), musei – 33,3% (da 21 a 14). Rintracciate in Italia opere rubate all’estero, come i 594 dipinti ex voto restituiti al Messico e i 796 antichissimi reperti restituiti alla Cina. Oppure attraverso la formazione, svolgendo corsi in Europa, Asia e Africa a favore di tanti partner internazionali. O ancora con l’assistenza sul campo, fornendo esperti in via permanente all’Iraq e, secondo l’esigenza, in altri territori.

 

 

Di particolare rilievo l’operazione «Achei» dello novembre scorso, originata dal Nucleo Tpc di Cosenza, che ha portato a 23 misure cautelari e 103 perquisizioni sul territorio nazionale, nel Regno Unito, in Francia, in Germania e in Serbia, con ingentissimi recuperi di reperti archeologici trafugati in Italia e all’estero. Le indagini hanno visto l’uso dei droni per l’individuazione degli scavi clandestini e si sono giovate del coordinamento e dello scambio informativo da parte di Europol (sul piano investigativo) e di Eurojust (sul piano giudiziario).

«L’Italia – dice il ministro Franceschini – è il Paese che per primo ha investito con convinzione nella tutela e nella salvaguardia del patrimonio culturale. Un lavoro quotidiano e capillare da parte degli uffici e delle soprintendenze del Mibact a cui si affianca l’attività silenziosa e preziosa dei Carabinieri del Comando Tutela Patrimonio Culturale che sono un’eccellenza italiana riconosciuta in tutto il mondo. Gli ultimi dati dell’attività operativa mostrano risultati molto importanti di cui dobbiamo essere orgogliosi». La maggior parte dei recuperi del 2019 riguarda il settore antiquariale, archivistico e librario (857.003); a seguire vi sono i reperti archeologici, paleontologici e numismatici provenienti da scavi clandestini (45.801). Per quanto attiene alla contraffazione, sono 1.083 le opere sequestrate: falsi di arte contemporanea – ma non solo – che, qualora immessi sul mercato, avrebbero fruttato alle organizzazioni criminali quasi 200 milioni di euro.

 

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