
Eseguita da poche ore l’ordinanza di custodia cautelare disposta dal Gip di Latina: le due società sono state sequestrate, per i due titolari sono scattati gli arresti domiciliari, mentre per altre tre persone – indagate a vario titolo per intermediazione illecita, sfruttamento e violazioni al testo unico sugli stranieri in materia di lavoro subordinato a tempo determinato e indeterminato – è scattato il divieto di dimora nel territorio pontino.
Dalle indagini – iniziate tra ottobre e novembre dello scorso anno – è emerso che ai braccianti non era riconosciuto il lavoro straordinario, che non esistevano coperture sanitarie. E poi ancora: nessuna retribuzione aggiuntiva per il lavoro festivo, nessun presidio antinfortunistico, soltanto una misera paga mensile quantificata tra i 500 e gli 800 euro. E alcune losche figure cui erano stati affidati compiti di controllore e impartire ordini, con tanto di minaccia a chi avesse avuto la cattiva idea di riposarsi un attimo, rallentato per un istante il lavoro quotidiano.
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