Pittore dell’armonia e della bellezza, della luce e del buio, esaltatore della grazia, precursore del manierismo, ma anche ispiratore di artisti quasi contemporanei come Salvatore Dali. È Raffaello Sanzio, uno dei più grandi esponenti del Rinascimento, cui è dedicata la mostra alle Scuderie del Quirinale, realizzata in collaborazione con le Gallerie degli Uffizi, per celebrare i cinquecento anni dalla morte.
Una mostra considerata la più grande mai realizzata sull’artista urbinate visibile in questi giorni solo on line. Le Scuderie del Quirinale, infatti, dopo il decreto del Presidente del Consiglio hanno ideato un percorso virtuale attraverso il quale visitare l’esposizione rimanendo a casa propria, in attesa magari di un tour vero e proprio alla fine del periodo di restrizioni. Oltre 120 le opere in mostra. Dalla Madonna del Granduca alla Velata delle Gallerie degli Uffizi, dalla Madonna Alba della National Gallery di Washington, alla grande pala di Santa Cecilia dalla Pinacoteca di Bologna, alla Madonna della Rosa del Prado o alla Madonna Tempi della Alte Pinakothek di Monaco di Baviera, fino al Ritratto di Baldassarre Castiglione e l’Autoritratto con amico del Louvre. Ma anche i ritratti dei due papi, Giulio II dalla National Gallery di Londra e quello di Leone X con i cardinali Giulio de’ Medici e Luigi de’ Rossi degli Uffizi, presentato per la prima volta dopo tre anni di restauro. Opere alcune mai rientrate in Italia dopo l’acquisizione estera, cui si vanno ad aggiungere oltre 40 dipinti provenienti dagli Uffizi. Il tutto in un percorso che parte a ritroso. Ovvero dall’inaspettata morte dell’artista il 6 aprile 1520, simboleggiata dalla ricostruzione della tomba di Raffaello al Pantheon, al periodo di maturità, agli esordi. Quindi da Roma a Firenze, da Firenze all’Umbria, fino alle radici urbinate. Anche se sono gli undici anni romani il vero fulcro dell’esposizione. Anni tra il 1509 e il 1520 in cui Raffaello poté esprimere il proprio talento in forme nuove e sperimentali che lo consacrarono il massimo artista del Rinascimento maturo, al pari di Michelangelo. Basti pensare all’esperienza della Fabbrica di San Pietro di cui divenne responsabile nel 1514, ma anche alla direzione degli scavi per riportare alla luce i resti dell’antica Roma, al perfezionamento del suo metodo pittorico, amato e richiesto dai più importanti committenti dell’epoca per la naturalezza e l’armonia delle forme.
Alle Scuderie sono riuniti per la prima volta più di cento capolavori autografi o comunque riconducibili a ideazione raffaellesca tra dipinti, cartoni, disegni, arazzi, progetti architettonici. A questi sono state affiancate opere di confronto e di contesto per un totale di 204 opere in mostra (120 solo di Raffaello) e un valore assicurativo di ben 4 miliardi di euro. Un evento internazionale che ha comportato tre anni di lavoro e il coinvolgimento di 54 istituzioni e che, nel periodo pre virus, aveva segnato il record di prenotazioni e biglietti staccati ancor prima dell’inaugurazione.
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