A gennaio è ripresa la crescita dell’occupazione nell’artigianato e nelle piccole e medie imprese, segnando un incremento dell’1,2 per cento rispetto a dicembre e dell’1,7 per cento su base annua. Ma si tratta di una crescita tendenziale modesta rispetto al consueto andamento del mese di gennaio nel mercato del lavoro, la più contenuta dal 2014, fotografia della fase economica che sta attraversando l’Italia. Alla luce dell’emergenza Coronavirus, da febbraio il rischio di una ben peggiore inversione di tendenza è infatti molto concreto. L’analisi è dell’Osservatorio mercato del lavoro Cna, curato dal Centro studi della Confederazione, che analizza ogni mese le tendenze dell’occupazione su un campione di quasi 20mila imprese associate con circa 140 mila dipendenti dal dicembre 2014, alla vigilia della stagione di riforme che ha modificato profondamente la legislazione in materia. A gennaio i nuovi rapporti nelle imprese artigiane, micro e piccole, che hanno riguardato il 3,4 per cento della base occupazionale, sono diminuiti su base tendenziale del 2,7 per cento. mentre le cessazioni, che hanno riguardato il 2,3 per cento della base occupazionale, sono aumentate a doppia cifra, vale a dire più 17,4 per cento.
Nel primo mese del 2020 si conferma infine la tendenza alla ricomposizione dell’occupazione per tipologia contrattuale in atto nel periodo analizzato dall’Osservatorio Cna che ha pesantemente ridimensionato i contratti a tempo indeterminato. Questo modello è passato in cinque anni dall’87,5 al 57,6 per cento del totale. «Un calo che ha favorito marginalmente il ricorso ai contratti di lavoro intermittente (aumentati dal 2,5 al 3,1) e in maniera ben più sensibile l’apprendistato, salito dal 5 all’11,6 per cento – si legge nel report della Cna – Soprattutto ha determinato il boom dei contratti a tempo determinato, la cui rilevanza è quintuplicata, passando nel complesso dal 5 al 27,6 per cento del totale. Considerato che da dicembre 2014 l’occupazione nelle piccole imprese è cresciuta del 14,5 per cento si può affermare che nel periodo in esame una maggiore flessibilità si è coniugata a una maggiore occupazione».
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