Cosa succederebbe nel nostro Paese se i robot prendessero sempre più piede nei posti di lavoro? Non solo nelle cosiddette catene di montaggio delle aziende ma anche nella ristorazione e nei grandi eventi? Un operaio su due e più in generale 7 milioni di italiani hanno paura di perdere il proprio posto di lavoro a causa dell’arrivo delle nuove tecnologie. Questo quanto emerge dal terzo Rapporto Censis Eudaimon sul welfare aziendale, realizzato in collaborazione con Eudaimon, leader nei servizi per il welfare aziendale, con il contributo di Credem, Edison, Michelin e Snam, e presentato oggi a Roma presso la Sala Zuccari del Senato, alla presenza anche dei sindacati confederali. Stando al rapporto, l’85% dei lavoratori esprime una qualche paura o preoccupazione per l’impatto atteso della rivoluzione tecnologica e digitale (il dato supera l’89% tra gli operai). Per il 50% si imporranno ritmi di lavoro più intensi, per il 43% si dilateranno gli orari di lavoro, per il 33% (il 43% tra gli operai) si lavorerà peggio di oggi, per il 28% (il 33% tra gli operai) la sicurezza non migliorerà. Ma c’è di più. La maggior parte dei lavoratori teme di perdere le proprie tutele sociali, oltre alla preoccupazione diffusa (il 70%) di veder ridurre il proprio stipendio. Per il 58% (il 63% tra gli operai) in futuro si guadagnerà meno di oggi. E per il 50% si avranno minori tutele, garanzie e protezioni. In questo caso le percentuali restano elevate tra dirigenti e quadri (54%), operai (52%) e impiegati (49%).
Forte è anche il timore, per il Censis, di nuovi conflitti in azienda: per il 52% dei lavoratori (il 58% degli operai) sarà più difficile trovare obiettivi comuni tra imprenditori, manager e lavoratori. Salari tecno-polarizzati. Fatto 100 lo stipendio medio italiano, nei settori tecnologici il valore sale a 184,1, mentre negli altri comparti scende a 93,5. Sono i numeri di una disuguaglianza salariale in atto nelle aziende italiane che convive con le paure dei lavoratori e certifica l’esistenza di un gap tra chi oggi lavora con le nuove tecnologie e chi no. Il welfare aziendale potrebbe riuscire a mitigare le disuguaglianze, secondo il Censis. E i lavoratori sembrano essere d’accordo. La maggior parte di loro infatti considera l’investimento sul welfare una delle cose positive su cui puntare anche in un futuro immaginato con meno lavoro, meno reddito e minori tutele.
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