Nonbinary: Memoirs of Gender and Identity. Ne scrivono trenta autori

Gen 8, 2020

Cosa succede quando il tuo genere non si adatta perfettamente alle categorie di maschile o femminile? In questo libro trenta autori sottolineano come le esperienze siano modellate da un binarismo di genere profondamente radicato
di Silvia Morini

NonbinaryChe cosa succede quando il tuo genere non si adatta perfettamente alle categorie di maschile o femminile? Anche interazioni banali come la compilazione di un modulo o l’utilizzo di un bagno pubblico possono essere una lotta quando queste designazioni si rivelano inadeguate. In questo libro rivoluzionario, trenta autori sottolineano come le nostre esperienze siano modellate da un binarismo di genere profondamente radicato.

Le potenti narrazioni in prima persona di questa collezione ci mostrano un mondo in cui il genere esiste lungo uno spettro, una rete, uno spazio multidimensionale. I narratori si staccano dai ritratti tradizionali della diversità di genere, tagliando le linee di età, razza, etnia, abilità, classe, religione, famiglia e relazioni. Da Suzi, che si chiede se mai «si sentirà» come una donna dopo aver vissuto cinquant’anni come uomo, ad Aubri, che è cresciuta in una famiglia fondamentalista a corto di soldi, a Sand, che deve conciliare i doppi ruoli di avvocato trans e terapeuta, le concezioni del genere degli scrittori si intrecciano indissolubilmente con questioni sistemiche più ampie. Contrassegnati come «fuorilegge» di genere, ribelli di genere, genderqueer, o semplicemente umani, le voci in «Nonbinary: Memoirs of Gender and Identity» illustrano quale potrebbe essere la vita se permettessimo che le rigide categorie di «uomo» e «donna» si allentino e si pieghino. Il libro si rivolge a tutti coloro che hanno messo in discussione il genere o si sono fermati a chiedersi cosa significa essere un uomo o una donna – e perché ci importa così tanto?

Una persona con identità non binaria non si riconosce e non riconosce la costruzione binaria del genere, ovvero l’idea che esistano solo due generi, uomo e donna. In maniera più opportuna, sarebbe meglio riferirsi ad una pluralità di identità non binarie e non a una sola. Esse si collocano in universo liquido ed in perenne mutamento nell’esercizio critico del genere: il non ritenerlo una cosa data una volta per tutte ed in una continua riflessione sono persone mediamente più libere dagli stereotipi di genere rispetto a coloro che si sentono, legittimamente e giustamente, a proprio agio nel paradigma binario. È una identità assolutamente dinamica e in continua evoluzione, che sovverte i meccanismi di potere della parola e della narrazione. Queste esistenze si dipingono come vitali per ridisegnare la società e per arrivare anche alla parità dei sessi binari uomo, donna: rielaborando e riducendo le differenze ne riducono la conflittualità dimostrando che le differenze non sono biologiche. Il riconoscimento legale delle identità non binarie sarebbe un passo fondamentale, significherebbe che, a livello culturale e sociale, si è arrivati ad un livello di familiarità con questa identità e con le conseguenze che porta, ovvero con un avvicinamento alla parità dei sessi, inoltre tale riconoscimento riparerebbe alla cancellazione delle identità altre rispetto alle binarie. L’identità non binaria ha una natura intrinsecamente femminista, ma la strada è ancora lunga.

 

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