Lavorare meno per produrre di più. Microsoft dà l’esempio

Nov 8, 2019

L'esperimento è stato messo in pratica dalla multinazionale in Giappone: la produttività è cresciuta e le assenze sono diminuite
di Ma. Te. Ci.

La settimana corta funziona. Non solo perché permette un giorno di riposo in più ma soprattutto perché questo aumenta la produttività quotidiana. L’esperimento è stato messo in pratica dalla Microsoft in Giappone, dove la multinazionale americana ha deciso di chiudere gli uffici di Tokyo il venerdì, sabato e domenica, permettendo così ai 2.300 dipendenti di godere di un week end lungo in grado di garantire un equilibrio più salutare tra lavoro e vita privata. Risultato? Una produttività aumentata del 39,9% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Ma la produttività non è stato l’unico indice a schizzare. Oltre all’umore dei dipendenti che ovviamente hanno particolarmente apprezzato la settimana lavorativa di quattro giorni, sono migliorati anche i costi aziendali fissi: le spese per l’energia elettrica sono scese del 23,1%, la durata delle riunioni è scesa a poco meno di mezz’ora a fronte di un aumento delle conference call (le riunioni in videochiamata), le assenze sono diminuite del 25%. Inoltre, è stato stampato il 58,7% in meno di carta.

Ma questo di Microsoft non è il primo esperimento in tal senso. Sempre in Giappone, Paese in cui la tematica del superlavoro è molto sentita, anche la catena di abbigliamento Uniqlo ci aveva già provato e anche in quel caso era andata più che bene. Grande successo tra i lavoratori e aumento della produttività. Cosa ovviamente particolarmente gradita alle aziende, tanto che Microsoft Japan prevede di finanziare le vacanze di famiglia per ogni dipendente. Si, perché “chi lavora per un breve periodo di tempo, riposa bene e impara molto”, aveva scritto il Ceo di Microsoft Giappone, Takuya Hirano, sul sito della società.

La formula è chiara quindi: rilassarsi e divertirsi di più perché questo contribuisce a produrre di più e meglio. Infine, una curiosità: contrariamente a quanto si crede, i giapponesi lavorano meno di noi italiani. Secondo i dati dell’Ocse, infatti, nel 2018 hanno lavorato in media 1.680 ore, contro le 1.723 degli italiani. Anche c’è da considerare il fatto che i giapponesi fanno molte ore di straordinario, non sempre conteggiate. Ciò che fa la differenza però è l’approccio al lavoro. I giapponesi generalmente hanno un senso di appartenenza aziendale superiore a molti altri colleghi nel mondo, e il rendimento sul lavoro se ne giova in termini di qualità.

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