Grande successo di pubblico per la Festa del Cinema di Roma

Ott 31, 2019

Cala il sipario sulla quattordicesima edizione della kermesse. La frequentazione delle sale cala a vantaggio dell'audiovisivo
di Maria Teresa Cinanni

Si è chiusa con un gran successo di pubblico la quattordicesima edizione della Festa del Cinema di Roma. Incassi aumentati del 18% rispetto alla scorsa stagione, un incremento dei biglietti venduti e degli accrediti. Più che positiva anche la presenza femminile, ben 18 registe in concorso e un grande riconoscimento per il film “Santa subito” di Alessandro Piva che ha portato sullo schermo la storia di Santa Scorese, assassinata nel ’91 dal suo stalker. Un Premio tutt’altro che scontato vista l’agguerrita competizione con star del calibro di Martin Scorsese ed Edward Norton. Ed era proprio Scorsese uno degli ospiti più attesi di questa edizione. Scorsese e il suo Irishman, un film destinato forse non a caso alla piattaforma Netflix e non alle sale cinematografiche. Sarà per via del fiasco al botteghino segnato da Silence, suo film precedente, sghignazza qualcuno, sarà forse perché Scorsese ci ha visto bene. Stando ai dati Eures-Uil Lazio infatti mentre cala la frequentazione dei cinema, aumenta invece la richiesta di audiovisivo che, a differenza del precedente, segna nello stesso periodo dinamiche positive sia in termini di imprese coinvolte sia sul fronte occupazionale. Anzi, la programmazione televisiva pare sia il primo motivo di rinuncia delle frequentazioni cinematografiche. Ben il 40% degli italiani (e il 38,8% dei laziali) infatti sostiene di non frequentare più le sale perché attratto dalla vasta offerta televisiva.

Se ciò vale a livello nazionale e internazionale in genere, è ancor più valido per Roma e per il Lazio dove negli ultimi anni si evidenzia una forte contrazione delle frequentazioni cinematografiche e anche un calo dell’offerta, pari all’1,3% nell’ultimo anno e all’1,7% nel quinquennio. Nonostante, infatti, il cinema nella nostra regione rappresenti oltre il 70% del totale di tutti gli spettacoli allestiti in Italia, con un volume d’affari pari a 86,2 milioni di euro, a partire dal 2017 si assiste a un calo di oltre 11 milioni di euro. Se invece si parla di audiovisivo in generale la situazione cambia completamente. Le strutture che si occupano di produzione cinematografica, video e programmi televisivi nel Lazio sono circa 4 mila e 12.550 in Italia, dove la crescita è stata ancora più sostenuta: più 2,2% sul 2017 e più 6,2% sul quinquennio. Anche il numero dei lavoratori è in aumento, nonostante il settore sia caratterizzato da forte precarietà e intermittenza. Nel 2018 erano quasi 100 mila nel Lazio, ovvero il 30% del totale nazionale. Di questi più di 80 mila aveva un lavoro a termine o stagionale, a fronte di soli 18,5 mila impieghi a tempo indeterminato. A far la parte del leone gli attori che rappresentano da soli la metà dei lavoratori del settore e che hanno visto nell’ultimo anno crescere di parecchio la richiesta. A fronte però di una maggiore richiesta delle figure professionali, si assiste a un calo dei compensi che nell’ultimo anno si attestano ad “appena” 10,7 mila euro nel Lazio e a 10,5 mila euro su scala nazionale, ovvero circa 900 euro al mese, con una perdita di quasi mille euro sull’anno precedente.

Il lavoro povero colpisce anche il settore dell’audiovisivo, uno di quelli comunemente considerato tra i più elitari. Ciò soprattutto in virtù degli esigui compensi dei lavoratori precari che nel Lazio percepiscono 5,8 mila euro annui (5,4 mila in Italia), un valore cinque volte inferiore rispetto ai compensi ottenuti dai “colleghi” a tempo indeterminato. Se questi ultimi infatti raggiungono una media di 270 giorni lavorativi all’anno, i precari si fermano a soli 35 giorni.

 

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