C’è un sistema ormai rodato, che grazie alla contrattazione collettiva e agli enti bilaterali ad essa collegata – nonché ai fondi di sostegno – offre garanzie a decine di migliaia di lavoratori. Ma occorre che a questo sistema aderiscano più aziende possibili affinché diritti e tutele raggiungano più lavoratori e lavoratrici. Come? Formando appositamente i quadri sindacali, trasferendo loro maggiori competenze e conoscenze. Di questo e non solo si è discusso in una due giorni seminariale “Sicurezza e bilateralità nel settore artigiano” organizzata dalla Uil del Lazio a Civitacastellana. Sono quattrocentomila le imprese in tutto il territorio italiano, oltre tre milioni le persone occupate, circa un milione e mezzo i dipendenti. Eppure una parte consistente di lavoratori – soprattutto al centro sud – che in caso di necessità non ha diritto a prestazioni sanitarie o a misure di sostegno al reddito, o comunque più in generale ad altre prestazioni di welfare. Un vulnus inaccettabile, una lacuna che va colmata.
Il comparto nella nostra regione offre lavoro a 140mila persone, di cui circa 60mila dipendenti ma solo 12mila sono iscritti alla bilateralità. Questo accade perché la difficoltà maggiore è nell’estrema frammentazione delle aziende artigiane del Lazio, formate spesso da una persona, qualche familiare come collaboratore e solo raramente da uno o due dipendenti. Nelle altre regioni – soprattutto nel nord del Paese – le aziende invece sono più grandi, più strutturate e con maggior numero di lavoratori dipendenti.
Nelle grandi aziende va meglio, ma la bilateralità talvolta si ferma all’assistenza sanitaria, alla sicurezza e al sostegno al reddito. Con i quadri sindacali delle nostre categorie che si occupano di contrattazione nel settore artigiano (UilCom, UilTrasporti, Uilm, Uila, UilTec, UilTucs e Feneal), con i delegati di bacino, i rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza territoriale, con l’Eblart (Ente bilaterale laziale dell’artigianato), l’Opra (l’Organismo paritetico per la sicurezza nelle aziende artigiane), abbiamo sviluppato idee e strategie sinergiche per accrescere la rappresentanza nelle aziende e far conoscere a lavoratori e lavoratrici i vantaggi della bilateralità. Per raggiungere soprattutto le piccole imprese è fondamentale sviluppare una nuova contrattazione di secondo livello territoriale, in grado di far emergere anche molto lavoro nero e portare vantaggi indiscutibili per i lavoratori e lavoratrici. Il tutto si traduce in una migliore organizzazione del lavoro, nel riconoscimento di premi di risultato defiscalizzati e nell’arricchimento della bilateralità già esistente a livello nazionale. Dopo questo seminario – partecipato e denso di proposte – nel Lazio per la prima volta e dopo dieci anni di immobilismo, la Uil insieme con le altre organizzazioni ha iniziato la trattativa con le parti datoriali per il rinnovo del contratto regionale di secondo livello. C’è da lavorare, il nostro obiettivo è migliorare le condizioni economiche e normative dei lavoratori artigiani del Lazio.
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