Oggi nel Lazio il 15,4% dei minori vive in condizioni di povertà relativa, un dato al di sotto della media nazionale (22 per cento) ma che riguarda comunque quasi 1 minore su 6 nella regione, e conferma come la povertà minorile resti una vera emergenza. Basti pensare che a livello nazionale negli ultimi dieci anni il numero dei minori in Italia che vivono in povertà assoluta è più che triplicato, passando dal 3,7 per cento del 2008 al 12.5% del 2018, 1,2 milioni di bambini. Un record negativo che ha visto un peggioramento negli anni più duri della crisi economica, tra il 2011 e il 2014. I dati sono di Save the Children, l’organizzazione internazionale indipendente.
Si tratta di una povertà che non è solo economica ma anche educativa, e che si riflette su una serie di indicatori chiave che fotografano lo stato dell’infanzia nel paese e nel Lazio. Una regione in cui – complice anche la congiuntura economica non positiva – negli ultimi dieci anni sono nati sempre meno bambini, con una percentuale di nuovi nati che è scesa del 25,7% rispetto al 2008, in cui però è oggi presente un significativo numero di bambini e adolescenti con cittadinanza non italiana, il 12,7% della popolazione dei minori nella regione. Tutto questo mentre l’Italia continua a non avere un Piano nazionale per l’infanzia e a investire risorse insufficienti in spesa sociale, alimentando gli squilibri esistenti a livello di servizi e prestazioni per l’infanzia e condannando proprio i bambini e le famiglie più in difficoltà ad affrontare da sole, o quasi, gli effetti della crisi. Sebbene il dato di spesa media annua in Italia resti insufficiente, il Lazio – negli ultimi 10 anni – ha incrementato di 60 euro la spesa pro capite per interventi a favore dell’area famiglia/minori, arrivando a 230 euro. Nel Lazio, solo il 16,9% dei bambini ha accesso ai servizi per la prima infanzia anche se si registra un lieve miglioramento rispetto al 12,6% del 2008, con una spesa media pro capite da parte dei comuni per questi servizi che si attesta a 1.593 euro.
«Anche la scuola, spiega sempre Save the Children, è stata in questi anni colpita pesantemente in tutto il paese dai tagli alle risorse, spesso lineari, che hanno penalizzato le aree già in difficoltà. Sebbene nell’ultimo decennio si siano fatti grandi passi in avanti sul tema della dispersione scolastica, le differenze tra regioni sono molto ampie. Il Lazio si attesta sull’11,3%, un dato che si colloca al di sotto della media nazionale (14,5%) e segna un lieve miglioramento rispetto al 2008 (1,5%). Scuole che restano luoghi non sicuri per gli studenti, nell’Italia fragile dal punto di vista sismico e idrogeologico: in un paese in cui gli indicatori sono drammatici, nel Lazio l’82,9% degli edifici scolastici è priva del certificato di agibilità, il peggiore dato in Italia dove la media si attesta al 53,9% tra le scuole che hanno compilato i dati». In un paese in cui si è disinvestito sulle politiche sociali e sull’infanzia, la povertà educativa è una piaga in continua crescita. Basti prendere in considerazione alcuni indicatori relativi alla fascia 16-17 anni: in Italia quasi 1 minore su 2 non apre un libro durante l’anno, un dato che si conferma nel Lazio (46,5%), con un peggioramento rispetto al 44,6% del 2008. Bambini e ragazzi che leggono sempre meno, fanno poco sport e che non sono sottoposti a stimoli culturali, ma sono invece iperconnessi L’organizzazione rilancia oggi la campagna Illuminiamo il futuro per il contrasto alla povertà educativa, ormai giunta al suo sesto anno, chiedendo proprio – attraverso una petizione disponibile al link http://www.illuminiamoilfuturo.it – il recupero di tanti spazi pubblici abbandonati e inutilizzati su tutto il territorio nazionale da destinare ad attività extrascolastiche gratuite per i bambini e scuole sicure per tutti. La mobilitazione, accompagnata sui social dall’hashtag #italiavietatAiminori, è associata a 16 luoghi simbolici vietati ai minori in Italia, individuati dall’Organizzazione con l’obiettivo di sensibilizzare l’opinione pubblica sui tanti spazi pubblici, da nord a sud, sottratti ai minori nel nostro Paese. Nell’ambito della campagna è prevista – a partire dal 21 ottobre – una settimana di mobilitazione, con centinaia di eventi e iniziative in tutto il Paese.
Dall’avvio della campagna Illuminiamo il futuro, nel maggio 2014, Save the Children ha attivato su tutto il territorio nazionale 24 Punti Luce, spazi ad alta densità educativa, che sorgono nei quartieri e nelle periferie maggiormente svantaggiate delle città, per offrire opportunità formative ed educative gratuite a bambini e ragazzi tra i 6 e i 17 anni. Nel Lazio, sono attivi dal 2014 due Punti Luce a Ponte di Nona (in collaborazione con Cooperativa Santi Pietro e Paolo) e Torre Maura (in collaborazione con la Cooperativa Antropos Onlus), dove più di 4.180 bambini e ragazzi hanno finora usufruito delle diverse attività tra cui sostegno allo studio, laboratori artistici e musicali, promozione della lettura, accesso alle nuove tecnologie, gioco e attività motorie
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