In Italia quasi seimila minori hanno subito violenza nel 2018

Ott 10, 2019

I dati contenuti nell’ottavo dossier di Terre Des Hommes. La violenza sessuale è il secondo reato in termini di vittime
di Francesca Lici

violenza sui minori Aumentano i minori vittime di reati in Italia: 5.990 nel 2018, il 3 per cento in più del 2017 scorso e il 43 per cento in più rispetto al 2009, quando erano stati 4.178. Anche nel 2018 le vittime sono state in prevalenza bambine e ragazze (59,4 per cento). Lo spaccato allarmante emerge dai dati elaborati dal Comando Interforze, per il nuovo dossier della Campagna «indifesa» di Terre des Hommes, presentato oggi presso la Sala della Regina di Palazzo Montecitorio, che evidenzia la drammatica condizione delle bambine e delle ragazze in Italia e nel mondo, e sottolinea la necessità di garantire loro maggiore protezione anche nel nostro Paese. Nel 2018 un terzo delle vittime ha subito reati all’interno della famiglia. I maltrattamenti in casa, con 1.965 vittime (il 52,47% femmina) sono cresciuti del 14 per cento, e l’abuso dei mezzi di correzione (con 374 vittime) è salito del 7 per cento rispetto all’anno precedente. La violenza sessuale poi, è il secondo reato in termini di vittime: 656 nel 2018, di cui l’89 per cento bambine e ragazze. A queste vanno aggiunte le vittime di violenza sessuale aggravata, con 383 vittime lo scorso anno di cui l’84 per cento femmine.

In diminuzione le vittime legate alla prostituzione minorile (meno 3 per cento, per il 64% femmine), mentre cresce del 3 per cento il numero di minori vittime di pedopornografia: in tutto 199, per l’80% bambine e ragazze. I minori vittime di omicidio nel 2018, invece, sono stati 16. Il dato è in calo del 27% rispetto al 2017, quando erano stati uccisi 22 minori. «Chiediamo al nostro governo un maggiore impegno nel contrasto e nella prevenzione della violenza e delle discriminazioni di genere, partendo dai più giovani che sono spesso dimenticati – dichiara Donatella Vergari, presidente di Terre des Hommes – Noi insieme con i partner, non faremo mancare il nostro contributo, anzi lo stiamo già facendo con il Network Indifesa, la prima rete italiana di WebRadio e giovani ambasciatori contro la discriminazione, gli stereotipi e la violenza di genere, bullismo, cyberbullismo. Ma impegni come questo richiedono un sostegno preciso e puntuale in termini finanziari e una forte volontà politica di sostegno alla partecipazione e al protagonismo dei ragazzi e delle ragazze».

Il maggior numero di reati contro i minori in Italia si è registrato in Lombardia con 1.090 vittime, seguita da Sicilia (646), Emilia Romagna (611), Lazio (551) e Veneto (422). L’incremento più significativo, però, è stato nel Lazio (+25%), che è passato da 440 vittime nel 2017 a 551 vittime nel 2018. Anche la Calabria ha registrato un incremento dei reati (+14%), passando da 185 vittime nel 2017 a 210 vittime nel 2018. Il calo più rilevante è in Basilicata (-33%, da 45 vittime nel 2017 a 30 vittime nel 2018) e in Valle d’Aosta (-30%, da 23 vittime nel 2017 a 16 vittime nel 2018). L’Emilia Romagna è invece la regione dove nel 2018 si è registrato il maggior numero di vittime di prostituzione minorile (14, in maggioranza maschi), seguita da Lombardia (11, per il 73% femmine), Sicilia (10), Lazio e Piemonte (entrambe con 5 casi). Anche per i reati di violenza sessuale e violenza sessuale aggravata la Lombardia ha registrato nel 2018 un drammatico record, rispettivamente con 126 vittime (per il 90% femmine) e 103 vittime (per l’84% femmine). Seguita, per i reati di violenza sessuale, da Emilia Romagna (75 vittime), Toscana (64), Lazio (62) e Piemonte (52).

Uscendo dai confini nazionali, il dossier stima che saranno 68 milioni le bambine che da qui al 2030 verranno sottoposte a mutilazioni genitali, mentre 130 milioni di bambine e ragazze escluse da scuola, che finiscono con l’essere sfruttate in lavori umili e poco retribuiti o col subire abusi e violenze nell’ambito di relazioni e matrimoni precoci. E poi ancora. Ogni anno, 12 milioni di ragazze sotto i 18 anni si sposano, spesso con uomini molto più grandi, e circa 2 milioni di ragazze con meno di 15 anni rimangono incinte. Nel nostro Paese nel 2017 le baby-mamme sono state 1.390, 1.100 delle quali italiane e il resto di origine straniera. Il dato è in calo del 10 per cento rispetto all’anno precedente. Una condizione particolarmente drammatica è quella delle bambine e delle ragazze con disabilità, vittime delle violenze di genere dieci volte di più rispetto alle loro coetanee senza disabilità. Discriminate sin dalla nascita hanno più probabilità, in alcuni Paesi, di essere uccise o di non essere mai legalmente registrate all’anagrafe. Non hanno accesso alle prestazioni sanitarie, all’educazione e ai servizi sociali. Occorre un cambiamento culturale. Ma serve altro. «Servono azioni concrete e coraggiose – dice Elena Bonetti, Ministra per le Pari Opportunità e la Famiglia. sono convinta che il Governo potrà percorrere questa strada e questo sarà il mio impegno». «E’ dovere di tutti fare in modo che la condizione femminile migliori – aggiunge Vincenzo Spadafora, ministro per le Politiche Giovanili e lo Sport – è necessaria una rivoluzione culturale a partire da ciascuno di noi».

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