Senza contratto da dodici anni. Protesta in piazza

Set 6, 2019

Più di 25mila lavoratori e lavoratrici della sanità privata hanno chiesto al nuovo ministro della salute di risolvere la vertenza
di Alfonso Vannaroni

Protestarono i lavoratori della sanità privata del Lazio. Protestano perché sono senza contratto da dodici anni. E lo hanno ribadito oggi sotto la sede del ministero della Salute. «Siamo senza contratto da dodici anni, Speranza prendi posizione» gridano al megafono i manifestanti di Fp Cgil, Fp Cisl e Uil Fpl al neo ministro della Salute.

Le richieste dei sindacati sono chiare: trasparenza, legare il rinnovo del contratto agli accreditamenti delle strutture sanitarie per togliere questa scusa che ha condotto anno dopo anno all’attuale situazione. E poi rivedere le regole, perché il precariato abbonda nelle strutture private del Lazio. Sono più 25mila i lavoratori e le lavoratrici interessate che aspettano da troppi anni il rinnovo del contratto nazionale. Lavoratori che senza aumenti salariali e avanzamento di diritti mandano avanti ogni giorno un terzo dei servizi alla salute del Lazio, con eccesso di straordinari e turni massacranti. Sono infermieri, operatori sociosanitari, terapisti, amministrativi, tante professionalità su cui ricadono interamente gli oneri, come la formazione o gli obblighi assicurativi, ma che non hanno le stesse tutele e gli stessi diritti dei lavoratori pubblici, il cui contratto (anch’esso scaduto) nel precedente triennio era stato rinnovato.

 

«Andremo avanti fino allo sciopero nazionale previsto per il 20 settembre – avevano dichiarato ieri i segretari generali di Roma e Lazio di Fp Cgil Natale Di Cola, Cisl Fp – Roberto Chierchia, e Uil Fpl – Sandro Bernardini – Continuiamo a chiedere al presidente della Regione Zingaretti di farsi parte attiva nello sblocco delle trattative nazionali». La vertenza passa nelle mani del nuovo Governo. «Ora è fondamentale intervenire per sbloccare e invertire quel rapporto di forza che le imprese continuano a esercitare – concludono i sindacati – così come è importante proseguire, nel Lazio, nella diversa regolamentazione degli accreditamenti, dopo che con la precedente legge di bilancio regionale si è stabilito, come requisito minimo, l’applicazione del ccnl di riferimento, come argine al precariato e alle più diverse forme di collaborazione, che hanno reso ancor più eterogeneo e frastagliato il quadro del lavoro nel settore».

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