Nella Capitale aumentano povertà e cassa integrazione

Set 5, 2019

I dati elaborati dalla Uil e dall’Eures: a Roma oltre 400mila persone in difficoltà. Seicentomila in tutto il Lazio
di Ma. Te. Ci.

capitale povertà cassa integrazioneSono 600 mila le persone che vivono in condizioni di povertà nel Lazio. Di queste 444 mila solo nella Capitale, dove dal 2014 a oggi si è registrato un incremento del 31,3% (+30,9% nel Lazio), superando così l’aumento nazionale che nello stesso quinquennio è pari al 15,6%. I dati, elaborati dalla Uil del Lazio e dall’Eures, dimostrano che i nuovi poveri non sono soltanto persone senza lavoro o che l’hanno perso negli ultimi anni, ma anche lavoratori dipendenti con retribuzioni lorde spesso inferiori alla soglia di povertà relativa, pari a 634 euro (per una famiglia monocomponente). Lavoratori che, secondo l’INPS, ammontano a 250 mila unità solo nella Capitale e contribuiscono, loro malgrado, ad alimentare il fenomeno emergente del cosiddetto working poor.

A Roma inoltre si concentra il 75% dei poveri del Lazio. Ciò significa che 146 mila famiglie romane sostengono dei consumi inferiori alla cosiddetta soglia di povertà, che rappresenta il valore monetario del paniere di beni e servizi considerati essenziali per ciascuna famiglia. Nel frattempo, gli ultimi dati sulla cassa integrazione nei primi sette mesi del 2019 evidenziano nel Lazio un aumento del 21,6% delle ore totali rispetto allo stesso periodo del 2018. Ciò significa che ci sono circa 2.600 cassaintegrati in più rispetto ai primi sette mesi dell’anno precedente, quando erano 11.870. Frosinone (+65%), Viterbo (+38%) e Roma (+23%) le province più colpite con un’impennata soprattutto nell’industria e nell’artigianato. Settori in cui in un anno i lavoratori in cassa integrazione sono cresciuti rispettivamente del 43 e del 193 per cento. Di contro, si preannunciano nuove stangate sulle bollette della luce, sui pacchetti di telefonia mobile che dovrebbero salire del 28% e sulle assicurazioni auto (+14%).

Situazioni pesanti e contraddittorie che necessitano di interventi immediati da parte del nuovo Governo, al quale il sindacato chiede di mettere in agenda tra le priorità la lotta alla povertà e al lavoro povero, la diminuzione delle tasse per i lavoratori dipendenti e i pensionati, il rinnovo dei contratti pubblici, le crisi industriali che stanno devastando il Paese e la nostra regione.

 

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