Sono 600 mila le persone che vivono in condizioni di povertà nel Lazio. Di queste 444 mila solo nella Capitale, dove dal 2014 a oggi si è registrato un incremento del 31,3% (+30,9% nel Lazio), superando così l’aumento nazionale che nello stesso quinquennio è pari al 15,6%. I dati, elaborati dalla Uil del Lazio e dall’Eures, dimostrano che i nuovi poveri non sono soltanto persone senza lavoro o che l’hanno perso negli ultimi anni, ma anche lavoratori dipendenti con retribuzioni lorde spesso inferiori alla soglia di povertà relativa, pari a 634 euro (per una famiglia monocomponente). Lavoratori che, secondo l’INPS, ammontano a 250 mila unità solo nella Capitale e contribuiscono, loro malgrado, ad alimentare il fenomeno emergente del cosiddetto working poor.
A Roma inoltre si concentra il 75% dei poveri del Lazio. Ciò significa che 146 mila famiglie romane sostengono dei consumi inferiori alla cosiddetta soglia di povertà, che rappresenta il valore monetario del paniere di beni e servizi considerati essenziali per ciascuna famiglia. Nel frattempo, gli ultimi dati sulla cassa integrazione nei primi sette mesi del 2019 evidenziano nel Lazio un aumento del 21,6% delle ore totali rispetto allo stesso periodo del 2018. Ciò significa che ci sono circa 2.600 cassaintegrati in più rispetto ai primi sette mesi dell’anno precedente, quando erano 11.870. Frosinone (+65%), Viterbo (+38%) e Roma (+23%) le province più colpite con un’impennata soprattutto nell’industria e nell’artigianato. Settori in cui in un anno i lavoratori in cassa integrazione sono cresciuti rispettivamente del 43 e del 193 per cento. Di contro, si preannunciano nuove stangate sulle bollette della luce, sui pacchetti di telefonia mobile che dovrebbero salire del 28% e sulle assicurazioni auto (+14%).
Situazioni pesanti e contraddittorie che necessitano di interventi immediati da parte del nuovo Governo, al quale il sindacato chiede di mettere in agenda tra le priorità la lotta alla povertà e al lavoro povero, la diminuzione delle tasse per i lavoratori dipendenti e i pensionati, il rinnovo dei contratti pubblici, le crisi industriali che stanno devastando il Paese e la nostra regione.
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