Il cambiamento climatico influenza le alluvioni. Uno studio internazionale ha dimostrato per la prima volta su scala europea che il riscaldamento globale porta a modificare l’entità degli eventi alluvionali: aumentano nei paesi nord occidentali, diminuiscono in quelli meridionali e orientali, mentre in Italia la situazione è più complessa. A dimostrarlo è uno studio internazionale coordinato da Günter Blöschl, esperto di piene fluviali della Vienna University of Technology (Austria).
Pubblicato su Nature, la ricerca (che ha analizzando i dati provenienti da 3.738 stazioni di misura di portate fluviali per il periodo dal 1960 al 2010) ha coinvolto 35 gruppi di ricerca europei tra i quali il Politecnico di Torino con il gruppo di ricerca composto da Alberto Viglione, Daniele Ganora e Pierluigi Claps, l’Università di Messina con Giuseppe Aronica, l’Università di Padova con Marco Borga, l’Università di Bologna con Attilio Castellarin e Alberto Montanari, l’Università di Napoli Federico II con Giovanni Chirico e l’Università di Roma Tre con Elena Volpi. «Fino ad oggi i dati osservati non erano sufficienti per accertar l’effetto su larga scala del cambiamento climatico sull’entità degli eventi alluvionali – spiega Günter Blöschl – Ma grazie a questo nuovo studio possiamo ora affermare con fiducia che l’impatto dei cambiamenti climatici è chiaramente visibile».
Il clima che cambia non ha però lo stesso effetto ovunque. Lo studio dimostra che gli eventi di piena stanno diventando sempre più intensi nell’Europa nord occidentale, mentre l’entità delle alluvioni fluviali è generalmente diminuita nell’Europa meridionale e nell’Europa orientale. Ciò accade perché le precipitazioni e l’aumento dell’umidità del suolo sono caratteristica delle aree più a nord del vecchio continente, mentre in quella meridionale i cambiamenti climatici influiscono facendo registrare una riduzione delle precipitazioni e temperature sempre più elevate. In Italia si nota una riduzione delle alluvioni dei corsi di acqua di dimensione medio grande, ma restano da valutare nel dettaglio quelle dei fiumi e torrenti di dimensioni ridotte e dei corsi di acqua urbani, che negli ultimi anni si sono rivelati particolarmente sensibili e piogge intense di breve durata, provocando anche conseguenze drammatiche. I fiumi che inondano le pianure causano danni enormi in tutto il mondo, stimato ogni anno in oltre 100 miliardi di dollari ed è in continuo aumento.
L’entità delle variazioni nelle portate di piena evidenziate nello studio è notevole: si passa infatti da una riduzione prevista del 23 per cento a un aumento dell’11 per cento a decennio (rispetto alle medie di lungo termine). Se queste tendenze dovessero perdurare, si potrebbero attendere effetti decidi sul rischio d’alluvione in molte regioni europee Secondo gli studiosi, questi dati sono un chiaro segnale di avviso che spinge a mettere in campo strategie efficaci per la gestione degli eventi alluvionali. Indipendentemente dagli sforzi necessari per mitigare i cambiamenti climatici, infatti, gli effetti del riscaldamento globale si faranno sempre più concreti nei prossimi decenni e la gestione delle piene dovrà quindi per forza di cose adattarsi a questa nuova realtà.
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