Il contrasto al caporalato nel Lazio finalmente è legge. Oggi l’aula del Consiglio regionale ha approvato il testo «Disposizioni per contrastare il fenomeno del lavoro irregolare e dello sfruttamento dei lavoratori in agricoltura». Un provvedimento ben articolato che abbiamo sostenuto con forza e impegno in ogni suo passo, perché fermamente convinti che a fronte di tante aziende che operano nel rispetto della legalità ce ne sono state altre che hanno sfruttato tanti lavoratori, spingendosi oltre, fino a creare nuove forme di schiavitù.
Nei mesi scorsi avevamo firmato un protocollo propedeutico all’attuale testo di legge, che conteneva le prime misure sperimentali per contrastare i fenomeni di sfruttamento del lavoro in agricoltura largamente diffusi nel Lazio. Il tema dei trasporti, la piattaforma informatica per incrocio domanda e offerta di lavoro e la sicurezza erano le prime misure contenute in quel documento.
L’elaborazione del testo, i suoi passaggi in commissione, le riunioni con le parti sociali: oggi possiamo dire che a questa legge abbiamo dato un contributo che riteniamo decisivo. Non a caso il testo approvato dall’aula della Pisana mette in primo piano il ruolo della Rete del lavoro agricolo di qualità e la creazione delle sezioni territoriali. E si impegna a diffondere e promuovere l’iscrizione delle aziende alla rete stessa, attuare misure volte a favorire l’incontro tra la domanda e offerta di lavoro e incentivare le aziende che rispettano i contratti di lavoro nazionali. Questi sono alcuni dei compiti demandati delle sezioni territoriali.
Fondamentale anche la codificazione degli indici di congruità che disciplineranno il rapporto tra il lavoro nei campi e il fabbisogno occupazionale delle aziende, un modo questo per difendere le attività sane da quelle che operano e proveranno ancora a reperire lavoro in modo illegale. Solo rispettando questi indici le aziende potranno accedere ai futuri finanziamenti regionali. Indici che contribuiremo a individuare entro i prossimi mesi di concerto con la Giunta regionale.
La battaglia di civiltà è vinta. Questo è anche il risultato delle corrette relazioni sindacali e del confronto costante con l’assessorato e la commissione lavoro della Regione Lazio. Ma guai ad abbassare la guardia. Saremo sempre vigili monitorando lo stato di applicazione della nuova legge, perché il lavoro nero e irregolare toglie dignità. Non possiamo permettere che ciò accada ancora.
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