In 14 mesi, da maggio 2018 a luglio 2019, la collaborazione tra le Acli di Roma e il Centro Agroalimentare di Roma (Car), nata nell’ambito del progetto «Il Cibo che Serve» sostenuto dalla Regione Lazio, ha permesso di recuperare oltre 23 tonnellate di ortofrutta, ridistribuiti nei circuiti di solidarietà della Capitale.
Delle materie prime recuperate, il 62 per cento sono eccedenze di frutta, mentre il 38 per cento di ortaggi e tuberi. Si tratta di cibo rimasto invenduto all’interno del Car, recuperato grazie al lavoro dei volontari delle Acli di Roma, ma anche di donazioni degli operatori che lavorano all’interno del Mercato romano grazie anche alla campagna «Cuor di Car». Il cibo è stato ridistribuito a 61 realtà solidali che operano a Roma e provincia, tra parrocchie, associazioni di volontariato, mense sociali, strutture per stranieri, associazioni religiose non cattoliche, case famiglia. Tutte realtà che assistono su strada i senzatetto, empori solidali, centri diurni, strutture per ex detenuti, case di riposo e presidi solidali. Il cibo recuperato corrisponde a un valore economico di oltre 45mila euro e a un totale di 11.563 pasti donati. Per la distribuzione, i volontari delle Acli di Roma hanno utilizzato un furgoncino refrigerato che ha percorso più di 15mila chilometri.
«Questi dati – commenta Lidia Borzì, presidente delle Acli di Roma – sottolineano la forza moltiplicatrice della rete, che grazie alla collaborazione con il Car, sta dando risultati straordinari. Attraverso questo sistema siamo riusciti a fare in modo che sulle tavole di tante persone in difficoltà siano tornati prodotti preziosi come la frutta e la verdura, che purtroppo sono i primi a sparire in caso di problemi economici. Tutto questo, senza però sostituirci ai tanti enti caritatevoli che agiscono nella nostra città, ma affiancandoli e supportandoli nel loro lavoro. La nostra buona pratica di economia circolare, sperimentata con il progetto Il cibo che serve, trasforma gli alimenti destinati a diventare rifiuti, ma ancora buoni da mangiare, in risorse, e supera la logica del mero assistenzialismo, mettendo al centro i legami vivi e producendo così valore relazionale.
«Questo risultato – spiega Fabio Massimo Pallottini, direttore generale del Car – ci dimostra che insieme, e facendo rete, si può dare una riposta concreta alle tante emergenze che colpiscono la nostra città a partire da chi non ha più la possibilità di fare una pasto completo e soprattutto di consumare frutta e verdure fresche. Abbiamo lanciato la nostra campagna Cuor di Car anche per essere protagonisti in questa battaglia contro lo spreco alimentare e a favore del recupero del cibo anche grazie alla grande disponibilità e generosità degli operatori presenti nel nostro Centro Agrolimentare che non si sono mai tirati indietro e ci hanno sostenuto in questa iniziativa benefica che stiamo portando aventi con le Acli di Roma».
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