Danilo Scenna ha una laurea in Economia e Management. Ha poi deciso deciso di specializzarsi nel campo della viticoltura. Oggi nei suoi vigneti produce uva del tipo maturano, trebbiano per il vino bianco e lecinaro, san giovese, uva giulia per la produzione del rosso. Il tour – iniziato mesi fa dalla Uil di Frosinone tra le realtà produttive locali – oggi fa tappa a Pescosolido. La sua passione – racconta – è sempre stata quella del vino, unita a quella per i cavalli, così nel 2012 è nata D.S.Bio, recuperando vigneti di famiglia e piantandone di nuovi. Era una sfida, perché a Pescosolido si è sempre praticata un’agricoltura di sussistenza a conduzione famigliare, ma negli ultimi anni la tendenza sta cambiando. Mentre Daniele racconta la sua storia, accanto c’è il neo sindaco Donato Bellisario, che ascolta attentamente. Sono molte le aziende (quasi tutte certificate biologiche) che sono nate e lavorano in diversi settori: allevamento ovi-caprino, apicoltura, fattorie didattiche, olivicoltura. Questo a dimostrazione che – chi come Daniele – ha iniziato qualche anno fa è stato di buon esempio. «Lavorare in un piccolo Comune – dice Daniele – ha il vantaggio del contatto umano, a differenza di grandi centri, e l’appoggio dell’amministrazione locale ne ha agevolato lo sviluppo». La sua azienda – certificata biologica – in cui si coltiva con metodi sostenibili seguendo i dettami dell’Agricoltura biodinamica, esporta vini all’estero: Giappone, Inghilterra, Francia, Paesi Scandinavi. In Italia è soprattutto Roma il luogo in cui vende i suoi prodotto, grazie anche al punto vendita aperto al Circo Massimo.
Ma la S.s Bio ha anche un taglio sociale. Aiutando i soggetti svantaggiati, offrendo loro un’opportunità lavorativa. Danilo all’inizio ha collaborato con il centro Sprar del Comune di Sora, attivando dei tirocini formativi e di orientamento lavorativo con dei ragazzi richiedenti asilo, molti dei quali in questi anni hanno lavorato nella sua azienda. Inoltre, proprio in queste settimane, ha firmato un protocollo di intesa con un’associazione che si occupa di donne vittime di violenza. Un problema rilevato consiste nel relazionarsi con gli Enti superiori, a partire dalla Regione, e in particolare con la burocrazia: «Il paradosso è che molte volte si sta più dietro alla documentazione che al lavoro vero e proprio in campo – chiosa Daniele – La soluzione sta nello snellimento burocratico, perché molte volte diversi organismi svolgono i medesimi controlli». E infine un consiglio per i coetanei: fare esperienze formative e lavorative fuori del contesto di origine, un modo per apprendere e per aprire la mente, per tornare a investire risorse nell’imprenditoria locale, coltivando eccellenze enogastronomiche e puntando su un turismo rurale ed esperienziale sempre più apprezzato dagli ospiti soprattutto stranieri. «Fare rete, puntando sul settore agricolo volano per altri settori produttivi – conclude Daniele – l’unico modo per risollevare le sorti della nostra provincia: promuovere e valorizzare i prodotti insieme, collaborando, soprattutto nei mercati esteri, e cercare di attrarre turisti che vengono a visitare i nostri borghi, a mangiare i nostri prodotti e godere dei nostri paesaggi».
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