Sembra già una vertenza dimenticata. Ma i 1.860 lavoratori di Mercatone Uno non ci stanno. E cosi il prossimo 24 luglio si ritroveranno sotto la sede del ministero dello Sviluppo Economico per far sentire la propria voce, perché duemila famiglie non possono sprofondare nel nulla, senza prospettive, da un giorno all’altro.
Sono trascorse tre settimane dall’incontro con i nuovi commissari straordinari del Gruppo Mercatone. In questo periodo le categorie Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs hanno sollecitato il ministero del Lavoro, il sottosegretario Durigon, oltre che le competenti direzioni dei Rapporti di Lavoro e delle Relazioni Industriali e degli Ammortizzatori Sociali, per attivare il tavolo di crisi in grado di «dare risposte alle lavoratrici e ai lavoratori».
Troppi ritardi e tante criticità. Non affrontarle sarebbe inumano: immaginate per un istante di retrocedere in amministrazione controllata, di subire una riduzione delle ore lavorative. A più riprese i sindacati hanno chiesto l’apertura di un tavolo di confronto trasparente sulle prospettive dei 1860 lavoratori e sulla loro emergenza reddituale, ma senza ottenere risposte. «L’emergenza reddituale è già realtà concreta e quotidiana – stigmatizzano i sindacati – molti lavoratori, per effetto della riduzione contrattuale subita, a fronte dell’impegno disatteso da parte di Shernon a garantire l’occupazione, hanno importi di Cassa Integrazione che non superano i 200 euro».
«La proroga dell’amministrazione straordinaria durerà ancora pochi mesi – concludono Filcams, Fisascat, Uiltucs – E’ poco il tempo a disposizione per ricercare investitori che possano dare garanzia di continuità e di prospettive durature ai lavoratori e alle lavoratrici per tutte le lavoratrici e tutti i lavoratori sarebbe inaccettabile replicare quanto avvenuto con Shernon anche nel metodo utilizzato nel percorso di aggiudicazione».
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