Vite spezzate sul lavoro. In cinque mesi 391 morti bianche

Lug 8, 2019

La Lombardia è la regione dove si muore di più. Roma la provincia con più casi luttuosi. I dati emergono dall’Osservatorio sulla sicurezza sul lavoro Vega
di Alfonso Vannaroni

vite spezzateDietro i numeri ci sono le persone. Ci sono uomini e donne, esseri umani. Ci sono lavoratori e lavoratrici che escono di casa ma che a casa non tornano più. Sono le vite spezzate dagli incidenti sul lavoro. Nei primi cinque mesi dell’anno è accaduto già trecentonovantuno volte. Tante sono state le morti bianche sul lavoro da nord a sud del Paese. La statistica dell’Osservatorio sulla sicurezza sul Lavoro Vega Engineering – elaborata sui dati Inail – rileva un incremento dello 0,5 per cento rispetto allo stesso periodo del 2018.

Vite spezzate sul lavoro. Confrontando gli archi temporali si scopre che in questi primi cinque mesi sono aumentate le morti sul lavoro da 271 a 279, mentre sono diminuite quelle in itinere da 118 a 112. Ma complessivamente lo scorso anno erano state 389. Sul lavoro si muore di più in Lombardia 44 incidenti con esito irreversibile, segue il Lazio con 29 casi, poi il Piemonte con 27, dietro si collocano Sicilia e Campania con 26 morti bianche. Scorrendo la classifica solo una regione – La Val d’Aosta – può vantare lo zero in questa triste colonna. La fascia di età più colpita è quella tra i 45 e i 64 anni, pari al 40,6 per cento di tutti i decessi. A lasciare la vita in un cantiere, nelle attività manifatturiere, nei trasporti, sono in maggioranza gli uomini (268 vittime) più contenuto il numero delle donne (11).

Se si considera invece l’incidenza della mortalità rispetto alla popolazione lavorativa, la classifica cambia. E così al primo posto si colloca il Molise con un indice pari a 47,7 per cento, seguito dalla Basilicata con indice del 21,2 per cento e dall’Abruzzo con indice al 20,4 per cento. Il territorio più martoriato Roma e la sua provincia con 22 morti sul lavoro, segue poi la provincia di Milano con 13 casi, Napoli con 12 e Torino con 10. Zero gli incidenti irreparabili a Latina, Belluno, Rovigo, Sassari, Sondrio, Taranto, Catanzaro, Arezzo. Tre le morti bianche a Viterbo, due Rieti altrettante anche a Frosinone. Giovedì il giorno più rischioso. E’ in queste ventiquattro ore che l’Osservatorio Vega registra il maggior numero di vite spezzate.

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