Sfratto per l’Associazione Nuova Vita dell’ex Casilino 900

Giu 25, 2019

Sequestro preventivo dell'immobile e richiesta di immediata trasmissione del provvedimento al Pm per l’esecuzione
di Maria Teresa Cinanni

Sfratto per l'Associazione Nuova VitaArriva lo sfratto per l’associazione Nuova Vita, ultimo polo di solidarietà dell’ex Casilino 900, nata venti anni fa, in collaborazione con l’allora settimo municipio e dedicata ai cittadini di etnia Rom. Un’associazione che aveva e ha ancora la propria sede in via Casilina 890/900 dove un tempo c’era un distributore di benzina Eni.

“La struttura si trovava in stato di abbandono totale, e dopo la bonifica, abbiamo collocato qui la nostra associazione e ospitato all’interno due famiglie di etnia rom con 17 bambini – racconta il presidente dell’associazione Najo Adzovic – Intorno a loro ci sono comitati di quartieri, assistenti sociali e soprattutto i bambini frequentano le scuole del territorio. I ragazzi più grandi sono stati inseriti nel mondo del lavoro e i capi famiglia lavorano regolarmente. Improvvisamente pochi giorni fa, è arrivato lo sfratto, nonostante la stessa società proprietaria Eni non avesse sollecitato tale provvedimento in pendenza di giudizio. In sostanza – dice Adzovic – le famiglie e i loro figli saranno sgomberati senza alcuna alternativa e abbandonati per strada”.

Nello specifico, si tratta di un ordine da parte del giudice di pace di “sequestro preventivo dell’immobile”,  con richiesta di immediata trasmissione del provvedimento al Pubblico Ministero per l’esecuzione. Un provvedimento che per alcuni aspetti ricorda – a distanza di un anno – quello dello sgombero del Camping River dove rom di diversa etnia convivevano da anni pacificamente e si ritrovano oggi accampati nei parchi e per le strade della Capitale. È questa la tanto decantata politica della sicurezza salviniana? In questo caso poi, non si tratta di un campo, ma di un’associazione che opera in collaborazione con il territorio e che, nel tempo, ha garantito anche una serie di servizi.

“Negli anni siamo stati protagonisti di tantissime attività: pulizie di quartieri, mercatini, distribuzione del banco alimentare e, soprattutto, un ufficio per il rinnovo dei permessi di soggiorno e per la residenza di centinaia di famiglie – conclude Adzovic – Nel 2011 infatti in collaborazione con il Prefetto di Roma, con il ministro Maroni e il sindaco di Roma, abbiamo aperto il primo ufficio nomadi nell’ufficio immigrazione e sono stati censite 2034 persone in tutta Roma, cui è  stato rilasciato un permesso di soggiorno umanitario firmato dallo stesso ministro degli Interni. Adesso lo sfratto. Non è giusto. La nostra storia di solidarietà non può finire così”.

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