In Italia vivono circa 10 milioni di bambini e ragazzi sotto i 18 anni di età. Oltre 1,2 milioni lo fanno in povertà assoluta. Il 25,7 per cento dei giovani tra i 18 e i 24 non studia, non lavora né è inserito in programmi di formazione. Numeri che sono emersi nel corso dell’evento «La condizione dell’infanzia e dell’adolescenza in Italia: le raccomandazioni del comitato Onu su diritti dell’infanzia», organizzato dall’Unicef e dal Comitato interministeriale per i diritti umani (Cidu). «La disparità del livello dei servizi tra le varie zone del paese è allarmante – ha sottolineato ha sottolineato il presidente dell’Unicef per l’Italia Francesco Samengo – se un bambino o una bambina nasce o cresce in una regione più povera, ha meno possibilità di vedere realizzati tutti i suoi diritti».
A una delegazione di ragazzi e ragazze è stato affidato il compito di illustrare gli ambiti di maggior preoccupazione individuati dal Comitato Onu nelle Osservazioni conclusive, su cui le istituzioni competenti sono invitate a impegnarsi nei prossimi cinque anni. Tra i punti evidenziati troviamo il diritto alla non discriminazione per tutti i bambini e le bambine che vivono in Italia, in particolare per i minorenni stranieri non accompagnati, quelli di seconda generazione e quelli appartenenti a minoranze, con la raccomandazione che l’Italia aderisca al Global Compact delle Nazioni Unite per la migrazione sicura, ordinata e regolare. Altro tema sottolineato: l’importanza di portare avanti l’attività di promozione delle vaccinazioni e che lo Stato italiano assicuri risorse economiche per implementare politiche e programmi sull’infanzia. E poi la necessità di garantire piena autonomia e indipendenza all’Autorità garante per l’Infanzia e l’Adolescenza e l’invito a realizzare un’Istituzione Nazionale indipendente per i Diritti Umani, in ottemperanza ai Principi di Parigi.
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